DIECI ANNI DI LOTTE IN DIFESA DELLA SALUTE
CiLLSA (2012/2022)
È stata per noi una
scadenza che ha imposto un bilancio della nostra azione, delle battaglie vinte
e di quelle ahimè perdute.
Siamo un’associazione
indipendente da qualunque organizzazione politica, sindacale o religiosa e
operiamo per il rispetto dei diritti che riguardano il lavoro, la salute
e l’ambiente, mantenendo la nostra azione nell’ambito della legalità anche
quando contestiamo leggi inique o inadeguate.
Molti dei cittadini ricordano la lotta ardua contro la costruzione di un inceneritore ad Arzignano. È andata bene. Abbiamo evitato un inquinamento che avrebbe aumentato di molto i casi di asma nei bambini, le malattie cardiocircolatorie negli adulti e altre, legate alla presenza dei PFAS nei fanghi della concia. Continuiamo a tenere sempre alta la guardia. Gli inceneritori sono un modo obsoleto di trattare i rifiuti. Vanno chiusi tutti.
Abbiamo perduto la
battaglia contro la costruzione, inutile e dispendiosa, di un nuovo ospedale
a Montecchio, quando ce n’è uno ben funzionane ad Arzignano che si sarebbe
potuto migliorare con poca spesa. Sono milioni buttati via mentre i costi della
salute aumentano al punto che molti cittadini sono costretti a non comprare le
medicine, rinunciare alle cure, alle visite specialistiche e agli esami.
Abbiamo perduto anche la
battaglia per salvare il bellissimo parco del Guà. È stato devastato
dalle ruspe per costruire un bacino di laminazione, inutile poiché l’area del
parco di per sé moderava le piene salvando Tezze e la pianura. In realtà si
tratta di una enorme cava di ghiaia mascherata, assai redditizia per chi
costruisce superstrade inutili di cui noi cittadini paghiamo amaramente il
conto.
Al nostro attivo, ci sono le campagne per sensibilizzare l’opinione pubblica sul pericolo costituito dalla presenza dei PFAS nell’acqua e nei cibi; la realizzazione, insieme ad altre componenti del Movimento NO PFAS di un progetto educativo che opera da cinque anni nelle scuole del Veneto, la lotta vincente contro le centraline elettriche che avrebbero prosciugato il torrente Chiampo.
Ancora, il nostro intervento presso Acque del Chiampo ha fatto sì che venissero apposti i filtri anti PFAS nelle scuole; abbiamo controllato, con la collaborazione del Comune e dell’ufficio Scuola la qualità e la provenienza dei cibi delle mense scolastiche.
Abbiamo partecipato alla grande mobilitazione popolare che ha portato alla sbarra, presso il tribunale di Vicenza gli inquinatori della multinazionale Miteni.
Stiamo lavorando,
insieme alla Amministrazione arzignanese, alla realizzazione di un mercato
contadino zero pfas.
In mancanza
dell’apposizione di filtri al nostro acquedotto, rinviata a data da destinarsi,
siamo intervenuti, insieme all’assessore Giovanni Fracasso presso Acque del
Chiampo ottenendo, come misura transitoria, la possibilità per i cittadini di approvvigionarsi gratuitamente di acqua
filtrata presso le “casette del sindaco”. Attualmente l’acqua di Arzignano è
contaminata da PFAS con circa 60 ng/litro.
Per questo è stato importante dare una alternativa ai cittadini, in attesa di un risanamento che tarda a venire. Secondo la letteratura scientifica internazionale tale livello espone la popolazione a gravi rischi. In merito abbiamo già pubblicato gli studi effettuati anche all’Università di Padova dal prof Carlo Foresta.
Partecipiamo
Abbiamo coinvolto l’Amministrazione comunale in siffatta campagna e in quella per il risanamento del Fratta Gorzone. Da questo fiume, infatti, dichiarato biologicamente morto da ARPAV e inquinatissimo dai reflui del distretto della concia, dipende l’irrigazione di tutti i prodotti agricoli della bassa pianura veneta. La Regione non controlla la presenza o meno di PFAS negli alimenti immessi nel mercato per cui è necessario che, almeno, si risani il fiume a beneficio della salute di tutti.
Il nostro compito è operare, nei limiti del possibile, alla diminuzione del danno provocato dall’inquinamento dell’acqua e dei cibi e informare correttamente la popolazione sui rischi che corre e soprattutto proteggere la parte più debole di essa.
Le sostanze chimiche PFAS sono molecole tossiche e cancerogene; appartengono alla classe delle sostanze persistenti (se bevi 10 nanogrammi di PFAS oggi, ci vorranno dai quattro ai sette anni per dimezzarli nel tuo organismo). Nel frattempo queste sostanze si vanno accumulando nei nostri organismi provocando gravi danni che si manifestano nel tempo. Sono responsabili di tumori del rene e del testicolo, di un aumento dell’Alzheimer, del diabete, degli ictus e degli infarti, diminuiscono la protezione immunitaria, provocano la poliabortività (aborti recidivanti in donne sane), danni agli apparati riproduttivi maschili e femminili. Colpiscono e alterano anche il genoma. Nell'area rossa, dove sono maggiormente presenti nel sangue degli abitanti, c'è stata una percentuale di morti per covid del 20% più alta che nel resto del Veneto. A Lonigo si è registrato una presenza di tumori al testicolo quattro volte superiore a quella del resto del Veneto. Sono dati che indicano, statisticamente, la grande nocività di queste sostanze per cui sono indispensabili indagini epidemiologiche che, fino ad ora, la Regione non ha effettuato. Sono atti di prevenzione che la politica regionale rende impraticabili poiché per tutti noi è impossibile, al mercato, distinguere i cibi contaminati da quelli sani. È essenziale che i medici possano ordinare esami del sangue per le patologie correlate ai PFAS, ma la Regione ha chiuso l’accesso ai laboratori e non consente di ricercare le PFAS nel sangue dei cittadini a rischio. ASSURDO.
Abbiamo, ultimamente, firmato il Manifesto per l'urgente messa
al bando dei PFAS, "sostanze chimiche per sempre", assieme a circa 100
altre associazioni della società civile di tutta Europa.
Ci stiamo impegnando per
la Pace, contro ogni guerra. Aderiamo il
5 novembre alla grande manifestazione “…nessuno può tirarsi indietro in questo momento:
serve una manifestazione unitaria, senza bandiere se non quella della pace” (padre Alex Zanotelli,
missionario comboniano: lui non ha mai smesso di puntare il dito contro i
governi che hanno sostenuto il commercio delle armi per interessi nelle guerre)
https://cillsa1.blogspot.com/2022/10/quale-futuro-per-lecologismo-in-italia.html
Si è concluso, con l’incontro del 21 ottobre (PFAS. È DAVVERO FINITA?) nella biblioteca comunale Bedeschi di Arzignano il ciclo di manifestazioni che hanno caratterizzato la prima Ecofesta di Arzignano, nata proprio per ricordare i nostri dieci anni di impegno civile e sociale.
L’assessore Giovanni Fracasso ha aperto la serata intrattenendosi sulla urgente necessità di effettuare le bonifiche necessarie a mettere al sicuro la popolazione. Scopo della Ecofesta, ha detto, è quello di una sensibilizzazione della cittadinanza sui temi dell’ambiente e della salute. Siamo pienamente d'accordo.
Ad maiora semper!
Donata Albiero
(portavoce di CiLLSA)
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