L' IDENTITA' DELLA ASSOCIAZIONE ECOLOGISTA CiLLSA E IL SUO SITO AL SERVIZIO DEI CITTADINI

 


PREMESSA

Il riscaldamento globale causato dall’uomo sta avanzando di 0,26 °C per decennio – il tasso più alto mai registrato, secondo una nuova ricerca condotta da un gruppo internazionale formato da oltre 50 autorevoli scienziati, tra cui la ricercatrice CMCC Anna Pirani.

 Il secondo rapporto annuale “Indicators of Global Climate Change” (Indicatori del Cambiamento Climatico Globale) rivela che il riscaldamento indotto dall’uomo è salito a 1,19 °C nel decennio passato (2014-2023), un aumento rispetto agli 1,14 °C osservati nel periodo 2013-2022 (come indicato nel rapporto dell’anno scorso).

Questi semplici dati, in realtà, dovrebbero spaventare chiunque abbia un minimo di buon senso. In parole povere, ci avviamo verso un clima sempre più caldo (in India quest'anno sono stati superati i 57 gradi centigradi all’ombra). Purtroppo non è possibile tornare indietro ma si può solo tentare di arrestare il progressivo aumento della temperatura.

Gli scienziati ci informano che abbiamo raggiunto il punto di non ritorno.

I politici invece si preoccupano di trovare nuove risorse energetiche con la scoperta di nuovi giacimenti di combustibili fossili. Mancano pochi anni perché il pianeta, a causa dell’aumento della temperatura, diventi non più adatto alla vita dell’uomo. 

Tutti lo sanno ma nessuno ne prende seriamente atto.

I nostri nipoti bruceranno! Ma questo, che certamente è il pericolo più immediato, non è l'unico disastro che stiamo realizzando sul nostro pianeta. Tre quarti dei terreni coltivabili nel mondo sono proprietà privata di sette multinazionali.

Le coltivazioni e gli allevamenti intensivi stanno distruggendo la fertilità dei suoli che vengono irrigati con tonnellate di sostanze chimiche, insetticidi, antimuffa, antibiotici, pesticidi erbicidi ecc. Molte di queste sostanze sono cancerogene e molte provocano malattie degenerative tra cui l’Alzheimer e il morbo di Parkinson (riconosciuti in Francia come malattie professionali degli agricoltori) . 

La chimica sta provocando l’estinzione degli insetti (tra questi anche le api e altri impollinatori) la morte e la scomparsa di uccelli e piccoli animali. Miliardi di tonnellate di plastica vengono riversate nell’ambiente e ritornano nei nostri organismi sotto forma di micro e nanoplastiche.

Non ci sono più pesci, molluschi o crostacei che non presentino infiltrazioni massive di micro e nanoplastiche nei loro organismi. Bevendo e alimentandoci, il nostro corpo assorbe quotidianamente la plastica che si infiltra all’interno delle cellule. L’ambiente in cui viviamo si riempie sempre più di PFAS, molecole tossiche e cancerogene che continuiamo a produrre ma che non riusciamo a eliminare perché sono indistruttibili e resistenti alle altissime temperature. Potremmo continuare così e chiedervi onestamente se siete consapevoli di quello che sta per succederci. Nel frattempo le guerre infuriano, le stragi diventano quotidiane e chi le commette non si vergogna più davanti al mondo. 

Non tutti i nostri figli e nipoti potranno avere dei bambini poiché la fertilità umana, maschile e  femminile sta precipitando rapidamente in tutto il pianeta. 

Tutto ciò lo sappiamo ma fingiamo di ignorarlo: perché?

Donata  nel suo nuovo rapporto sull’azione nelle scuole del Gruppo Educativo Zero Pfas cita Orwell

Quanto più una società si allontana dalla verità, tanto più odierà quelli che la dicono,  poiché nel tempo dell’inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario.”


Sentiamo critiche durissime nei confronti degli ecologisti che spiegano quanto sta avvenendo e invitano tutti a prendere dei provvedimenti immediati.

Potremmo chiamare tutto ciò “Riflesso CASSANDRA", il desiderio inconscio di non sapere per non impazzire, quando le nostre azioni non sono più in grado di fermare il treno che corre verso il disastro.

Certamente tali provvedimenti non possono essere presi a discapito dei meno abbienti e ad esclusivo divertimento dei ricchi. 

Ciò spinge milioni di uomini a ribellarsi contro politiche che potrebbero salvare in primo luogo le loro vite e le loro famiglie, visto che sono i poveri a subire per primi gli effetti catastrofici dei cambiamenti climatici.

Bisogna, pertanto, che la lotta per salvare la vita e il pianeta tenga conto delle condizioni di vita dei meno abbienti e della possibilità da parte di costoro di partecipare al risanamento del pianeta senza pagare perciò il prezzo più alto. 

Il  cambiamento non può quindi che partire dal basso, proteggendo la vita e i beni dei più esposti. Non saranno certo le auto Tesla a mettere in salvo il pianeta. 

Non si possono prendere misure drastiche sulla mobilità, le abitazioni e altro se prima non si creano le alternative pubbliche ed efficienti per garantire chi ricco non è, (in questa categoria non includiamo solo gli incapienti ma tutti coloro che vivono di reddito da lavoro dipendente, moltissimi lavoratori autonomi e i pensionati.

 In sostanza tra coloro che vengono colpiti e impoveriti ci sono proprio i ceti medi, ormai declassati dall'economia liberista ed esposti a rischio di povertà).  

La nostra società è fortemente ingiusta (In Italia, Oxfam ci informa che i cittadini in povertà assoluta sono cinque milioni e mezzo) Il sistema economico che ci è stato imposto dalla fine degli anni settanta sta impoverendo un numero sempre più grande di persone e creando piccoli gruppi di super ricchi che si arricchiscono ogni giorno di più. 

È proprio questa categoria di persone che si infischia del danno che sta arrecando all’intera umanità. 

Ci riferiamo ai grandi oligarchi, alle lobby miliardarie della finanza mondiale, nelle mani di pochi criminali capaci di decidere sullo standard di vita di milioni di persone. 

Crediamo di avere una stampa e una informazione libera ma gli editori sono sempre loro, i multimiliardari. Il capitale impazzito vola sul pianeta aprendo fabbriche in paesi miserabili dove il lavoro minorile, remunerato a livelli di mera sopravvivenza, è considerato normale, dove non ci sono sindacati né tanto meno contratti nazionali, né regolamenti igienici né tribunali disposti a condannare gli aguzzini internazionali delle grandi firme  e nemmeno i loro manutengoli locali. 

Da queste aziende parte una spietata concorrenza, impossibile da contrastare, nei confronti dei lavoratori del nostro paese. Così ogni giorno c’è un’azienda che si chiude, i padroni delocalizzano e tanti cari saluti. 

Sono i frutti del liberismo economico che, in una manciata di anni, ha distrutto la nostra economia e desertificato la nostra industria nazionale. Qualcuno si ricorda che avevamo la FIAT? La maggior parte delle nostre aziende si sono volatilizzate. Il capitale le ha portate altrove e lo stesso marchio FIAT si è spostato in Olanda dove le tasse sono più basse. 

I nostri operai sono i meno pagati d’Europa. L’occupazione è malata perché costituita massimamente da contratti precari; la sicurezza del posto di lavoro non c'è più per nessuno.

Chi guida il governo propone riforme costituzionali che sbilancerebbero l’equilibrio dei poteri esclusivamente a favore dell’Esecutivo. Chi propone tali riforme lo fa in nome della stabilità dei governi, citando la poca durata di quelli della prima repubblica. 

È vero, quei governi duravano meno di adesso ma furono in grado di trasformare un paese uscito dalla guerra come paese eminentemente agricolo e arretrato in una realtà manifatturiera che in pochi anni diventò la seconda di Europa. Ciò avvenne soprattutto grazie alla forte pressione delle organizzazioni dei lavoratori e dei partiti della sinistra storica, partito Socialista e partito Comunista che costituirono, in quella fase,  un baluardo contro il ritorno degli ex fascisti e delle destre reazionarie al governo del Paese.

La politica intelligente di Enrico Mattei procurò all’Italia l’energia che rese possibile  il miracolo sganciando l'Italia dal mercato petrolifero controllato da americani, inglesi e francesi; creando l'ENI che provvide a cercare gas e petrolio direttamente alla fonte. In pochi anni fu costruita l’autostrada del Sole cui seguirono tutte le altre. In pochissimi anni crebbe la motorizzazione civile. 

I poveri uscirono dalle grotte e andarono a vivere nelle case popolari dove, per la prima volta, poterono utilizzare i bagni, le cucine, le camere da letto separate. L'intera popolazione italiana, in quegli anni, partecipava alla crescita di un benessere mai visto prima. 

 La guerra alla povertà e alla disoccupazione era stata vinta da quei governi di breve durata ma di intelligente operato. 

Adesso, nel nome di Mattei, ipocritamente, si costruiscono campi di concentramento in Africa e altrove dove vengono abusivamente rinchiusi i richiedenti asilo, povera gente che non sa che fine farà.

Il futuro, attualmente, non ha prospettive se non negative e, da quando è stata costituita l’EU, viviamo in un'economia depressa, vessati da un debito pubblico spaventoso.

  I ceti medi non accedono più all'ascensore sociale e non intravedono un futuro migliore per i propri figli, condividendo la stessa sorte degli operai.

La Ue continua a fare pressione per indurre i nostri governi a privatizzare la sanità, ad abbassare i salari, a privilegiare   le contrattazioni private a danno dei contratti collettivi di lavoro, a tagliare le pensioni ecc.  mentre si continua a privilegiare la spesa per gli armamenti a scapito del welfare. Vi meravigliate del fatto che la gente non vada più a votare?


PER UNA INFORMAZIONE LIBERA E DEMOCRATICA

 

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Il  sito web di CiLLSA        https://sites.google.com/view/cillsacom/home-page//               

si inserisce in questo contesto per pubblicare quanto proviene da un mondo alternativo e antagonista, per rilanciare la speranza e sostenere la lotta contro chi sta minando le basi della convivenza sociale e della vita sul pianeta.

A fronte dello smisurato potere di chi sommerge il pianeta con disinformazione e distrazione, siamo una piccola realtà, ne siamo ben coscienti, ma siamo altrettanto coscienti che la controinformazione è un’arma indispensabile per chi vuole lottare per un esito diverso della storia dell’umanità.


 CiLLSA E LA VALLE DEL CHIAMPO

Quanto scritto sopra è la necessaria premessa per capire il motivo per cui un esiguo gruppetto di persone, apparentemente sane di mente, ha deciso di costituire una associazione di nome CiLLSA (Cittadini per il Lavoro, la Legalità, la Salute e l’Ambiente) verso la fine del 2012, in una piccola cittadina del Veneto dove l’industria della concia delle pelli produce un reddito equivalente all’1% del PIL nazionale. Un quinto della cittadinanza è costituito da persone immigrate dall’Asia e dall’Africa e dai loro figli nati qui ma, in gran parte, non riconosciuti come cittadini italiani sebbene la loro formazione e la lingua con cui si esprimono siano uguali a quella dei loro coetanei autoctoni. Gran parte di questi uomini, costituisce la forza lavoro che ha consentito un incredibile arricchimento di pochi residenti. C’è pertanto una sperequazione economia fortissima, all’interno di una comunità che conta 25.000 abitanti circa, tra i pochi milionari e il resto della popolazione. Nelle aziende gli “stranieri” in gran parte di sesso maschile, lavorano dalle 10 alle 12 ore al giorno. Sono queste figure silenziose che con il loro lavoro hanno creato un enorme ricchezza della quale, purtroppo non godono i frutti.

Grandi capitali nelle mani di pochissime persone non bastano saziarne e contenerne l’appetito crescente. Costoro, ammanicati con Confindustria e il potere politico regionale, premono per sfruttare a proprio vantaggio l’aria , la terra e l’acqua.  Le loro richieste di grandi opere contrastano con il diritto alla salute dell’intera comunità. Da più di dieci anni la nostra piccola associazione CiLLSA si batte (fino ad ora con successo) per contrastare il progetto della costruzione di un inceneritore per i fanghi conciari nell’area industriale, a un chilometro, in linea d’aria’ dal centro urbano. 

La cittadina, dalle strade pulite e ben illuminate galleggia su una immensa grande falda idrica contaminata dai PFAS. Furono sversati per più di cinquant’anni dall’azienda multinazionale Miteni, chiusa a furor di popolo in seguito alle manifestazioni e alle iniziative di lotta di migliaia di cittadini del territorio.

La produzione agricola e gli allevamenti intensivi presenti nella grande pianura delle tre province venete coinvolte dall’inquinamento delle acque è contaminata dai pfas.  

Tali  alimenti tossici e cancerogeni li consumiamo quotidianamente, non potendo effettuare alcun controllo sulla loro origine né sul lor grado di contaminazione.

Malgrado ciò la popolazione è serena e laboriosa e non interessata al danno che subisce.

I comuni  di Altavilla, Montecchio, Arzignano e Chiampo sono attraversati due volte al giorno da lunghe file di mezzi, circa 40.000, che marciano quasi a passo d’uomo contaminando l’aria che noi tutti respiriamo.

Basterebbe un collegamento ferroviario di otto chilometri con la stazione di Montebello e un tram dal centro di Chiampo al nodo viario di S. Vitale per estinguere questo fiume perenne di gas tossici  che ammorbano l’aria e i polmoni. 

Miteni non è l’unica azienda responsabile dell’inquinamento del territorio. 

Recentemente sono state trovati i TFA negli scoli industriali di Montecchio. Il fiume Fratta Gorzone, dove arrivano i reflui dei cinque depuratori della zona, è uno di fiumi più inquinati d’Italia.  La sua foce è presso Chioggia che ne viene attraversata fino al mare, tra gli stabilimenti balneari di Sottomarina e le colture di mitili della laguna di Venezia. 

Quanto detto risulta in apparente contrasto con l’aspetto di queste  cittadine, adagiate sulla valle che risale verso le Piccole Dolomiti, tra verdi colline, boschi e radure erbose, una volta abitate da popolazioni di origine bavarese chiamate localmente “Cimbri”.  

Noi non siamo scappati. C’è tanto da fare, ci sembra.

Donata Albiero e Titta Fazio 

 





  


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