METTIAMO AL BANDO I PFAS LETTERA AL SINDACO DI ARZIGNANO

 

  LA NOSTRA RICHESTA  PER UNA  MOZIONE SU BANDO PFAS

 


Illustrissimo sig. Sindaco,

 Come cittadine/i delle zone contaminate dalle sostanze per- e polifluoroalchiliche, Le chiediamo di porre la massima attenzione a questa nostra richiesta.

Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutte le forze politiche di tutti i Comuni, indipendentemente dall’appartenenza politica, per sollecitare il Parlamento Italiano ad emanare una legge che metta subito al bando queste micidiali sostanze che stanno mettendo a repentaglio la salute dei nostri figli e il futuro delle giovani generazioni.

Certi della Sua attenzione, la invitiamo a renderci nota la data dell'approvazione della mozione al più presto

Firmato

 CiLLSA , Mamme NO PFAS, ISDE,  LEGAMBIENTE, ITALIA NOSTRA... 

                                                                +++  

   MOZIONE A CURA DEL COMUNE DI ARZIGNANO

 OGGETTO: emergenza PFAS – promuovere l’azione ed aumentare la consapevolezza Richiesta di approvazione urgente di una legge che metta al bando la produzione, l’utilizzo e la commercializzazione dei PFAS e ne regolamenti gli usi indispensabili.

                                                   Il Consiglio Comunale di Arzignano

 Premessa:

La contaminazione da PFAS è ormai riconosciuta come un problema di natura globale che non può essere più ignorato. Non possono più essere procrastinate soluzioni che affrontino sistematicamente questa emergenza ambientale a partire dalla prevenzione, messa in sicurezza, monitoraggio, controllo di produzione e bonifica. Urgono prese di posizione da parte delle amministrazioni, dei rappresentanti politici, delle autorità di regolazione coinvolte per evitare che la contaminazione già esistente e preoccupante per quanto rilevata, non si aggravi ancor più pesantemente.

Questo documento rappresenta un invito ad una profonda e proficua collaborazione con i cittadini (movimenti spontanei come Mamme no PFAS, comitati, associazioni come ISDE, CILLSA, LEGAMBIENTE, ITALIA NOSTRA, ecc.) per attivare un confronto in Consiglio comunale sullo stato di allarmante contaminazione che interessa molti territori, che tocca tutte le matrici ambientali e gli stessi trattamenti con fitofarmaci, confluendo inevitabilmente nella catena alimentare.

 Attualmente sono presenti in Italia un sito di produzione di questi composti chimici a Spinetta Marengo nell’Alessandrino e un sito da bonificare, l'ex Miteni, da cui continuano ad uscire queste sostanze, a Trissino, nel Vicentino. Questa iniziativa ha l’obiettivo di elaborare una proposta di legge nazionale che limiti l’utilizzazione dei PFAS solo per usi essenziali, ossia necessario per la salute, sicurezza e fondamentale per il funzionamento della società e senza alternative accettabili dal punto di vista di ambiente e salute, sulla scia di quanto sta emergendo con forza a livello europeo, grazie all’azione congiunta di numerose organizzazioni non governative e scienziati che hanno sollevato l’emergenza PFAS nel BAN PFAS Manifesto. Un passaggio ineludibile per garantire gli stessi amministratori pubblici che ad oggi hanno estreme difficoltà nel contrastare la contaminazione da PFAS.

Inoltre è necessario approntare il rafforzamento e l’indipendenza degli organi di controllo pubblici. In qualità di cittadini delle aree più contaminate d’Europa che vivono il dramma dell’incertezza della salute propria e dei figli intendiamo proporre un percorso che porti alla realizzazione, per la prima volta, di una legge partecipata dai cittadini e da coloro che subiscono la contaminazione, che sia basata sui principi della PREVENZIONE e della PRECAUZIONE in modo tale che queste drammatiche situazioni non abbiano più a ripetersi in nessun’altra parte d’Italia, in Europa e su scala mondiale data la persistenza, l’ubiquità e la scala riscontrata della presenza di queste sostanze nell’ambiente.

La visione che ci ispira è quella di chi ha a cuore la bellezza e la ricchezza dei propri territori, dell’acqua pulita, della sua gente, della salute di tutti e per tutti indistintamente, della salvaguardia dell’integrità, della bellezza, della produzione agricola e di un’armonica coesistenza con la natura, indispensabile per preservare la salute delle persone e l’equilibrio degli ecosistemi.

 Considerato che :

- l’Italia ed il Veneto in particolare sono i territori con il più grande inquinamento d’Europa da sostanze PFAS;

- a 10 anni dalla scoperta dell’inquinamento non si è ancora arrivati ad emanare una legge che salvaguardi la salute dei cittadini e dei territori; - le evidenze scientifiche degli ultimi anni hanno portato a classificare queste sostanze come persistenti nell’ambiente e la tossicità di questi composti continua progressivamente ad emergere; dati che impongono la necessità di analisi, progettualità ed azione politica;

 - questi prodotti si accumulano nel corpo umano, tra questi il PFOA è stato dichiarato dallo IARC (International Agency on Research on Cancer) come “cancerogeno per l’uomo”

 - la presenza di queste sostanze nel corpo umano favorisce quindi l’insorgere di tumori e di numerose patologie. Fra quelle per le quali le evidenze scientifiche sono maggiormente robuste si segnalano: ipercolesterolemia; alterazione della risposta immunitaria; aumento delle transaminasi; malattie cardio e cerebrovascolari; preeclampsia; basso peso alla nascita; tumori del rene e del testicolo; malattie tiroidee; disturbi dell’allattamento al seno; deficit cognitivi dell’anziano e dei bambini; calo della fertilità maschile e femminile dal momento che si tratta di interferenti endocrini;

- altri Paesi europei hanno richiesto la messa al bando di queste molecole chimiche;

 - la conoscenza della diffusione e degli effetti della contaminazione è ritardata da numerosi ostacoli per la mancata condivisione degli standard analitici e dei dati di tossicità di questi composti da parte della società produttrici che da decenni hanno anche coperto la diffusione di risultati delle ricerche condotte sulla pericolosità e sugli effetti dei PFAS, di fatto inibendo un’efficace azione pubblica come i numerosi casi giudiziari attestano;

- le alternative a questi prodotti esistono già per numerosi usi e le restrizioni ai PFAS di certo porterebbero le società chimiche ad indirizzare le loro strategie aziendali verso prodotti meno impattanti e più sicuri.

Visto che :

- l’adesione a questa mozione da parte di tutti i comuni interessati o a rischio di contaminazione da PFAS potrebbe sensibilizzare il Parlamento italiano, accelerare la presa in carico di questo problema e l’iter di approvazione da parte degli organi preposti;

- il tema dell’inquinamento da PFAS riguarda tutte e tutti indistintamente dal sesso, dall’età e dal colore politico;

- un processo partecipativo con i cittadini segnerebbe un nuovo modo di affrontare le tematiche ambientali e l’attivazione di sensibilità e volontà da parte delle forze politiche.

Tutto ciò premesso,

 questa amministrazione ( nome del Comune ) aderisce alla richiesta dei cittadini delle aree inquinate da PFAS di attivare senza ulteriore indugio una discussione, la costruzione ed approvazione da parte degli organi preposti di una legge partecipata che metta al bando i PFAS

+++

 

I SETTE CAPISALDI DI UNA LEGGE NAZIONALE CHE VIETI L’USO E LA PRODUZIONE DI PFAS

Nell’affrontare l’emergenza globale derivante dalla contaminazione ubiquitaria delle sostanze PFAS (Composti poli e perfluoroalchilici) sono imprescindibili alcuni passaggi a livello nazionale per rendere efficace ed effettiva la risposta delle istituzioni pubbliche ad un problema epocale.

 In sintesi ogni progetto normativo non può esimersi da porre alcuni punti fermi che sorreggono ogni credibile sforzo per contrastare la diffusione e la permanenza di queste sostanze chimiche dalle peculiarità assolutamente uniche.

1. vietare la produzione di PFAS e il loro impiego industriale in modo tassativo ovunquea partire dalle zone già profondamente intaccate dalla contaminazione (sacrifices zones). E’ impensabile aggravare la situazione esistente in luoghi già pesantemente inquinati. Per fare questo in modo radicale e coerente è necessario mappare tutte le zone industriali dove si siano trattati o si trattino sostanze PFAS mediante campionamenti rigorosi e certificati in grado di dar conto esattamente della contaminazione in essere, per ogni matrice ambientale (aria, acque, suolo, popolazione, biota). Le uniche deroghe ammesse sono quelle rientranti nel concetto di essential  USE , laddove si possa operare un bilanciamento fra tutela delle zone esposte e della popolazione con esigenze insormontabili di salute pubblica e non siano esistenti alternative disponibili. In tutti gli altri casi dovranno essere dismesse le produzioni impieganti PFAS a meno che non si disponga di misure e tecnologie effettive ad emissioni zero, comprovate da meccanismi di controllo incrociato, rigoroso, continuo.

 2. destinare immediatamente risorse tecniche, economiche ed umane adeguate al fine di bonificare in modo efficace le zone contaminate già note. Parallelamente condurre una campagna di monitoraggio scientificamente accurato e finanziare studi e ricerche sul campo per incrementare la conoscenza dello stato della contaminazione onde poter provvedere senza inutili ritardi o dispersione di risorse. Laddove per le zone contaminate sia già stato individuato il soggetto inquinatore dovranno essere previste idonee misure cautelari e/o interventi al fine di garantire il pieno ristoro dei danni determinati. Laddove la contaminazione non sia ascrivibile ad alcuno, sarà da costituirsi un Superfund sul modello statunitense atto a impiegare soldi pubblici per quanto necessario per bonificare i luoghi interessati dalla contaminazione da PFAS. In queste zone si dovrà attivare inoltre una capillare campagna di informazione alla popolazione sulle conseguenze per la salute come affermato dal commissario ONU Marcos Orellana al termine della sua visita in Italia il 13 dicembre 2021.

3. Per le acque destinate all’uso potabile, per le acque destinate all’irrigazione e per le acque di falda cui attingono pozzi privati, canali primari di contaminazione della filiera alimentare e degli esseri umani, dovrà essere disposto lo zero virtuale da considerarsi come PFAS totale; per le acque superficiali, le acque reflue, per i sedimenti e per il suolo dovranno essere utilizzate le migliori tecnologie disponibili per riscontrare la presenza di PFAS e provvedere alla loro rimozione quanto prima possibile; le sostanze PFAS dovranno essere considerate sostanze altamente pericolose e, in quanto tali, trattate come rifiuti del pari di quelli nucleari, con modalità di smaltimento e gestione estremamente rigorose, tracciandone l’intero ciclo di vita. E’ opportuno considerare che, ad oggi, non esistono trattamenti risolutivi, in grado di assicurare la distruzione completa di questi composti chimici, così determinando la necessaria ed imprescindibile applicazione del principio di precauzione al fine di arrestare la loro diffusione. Dovrà inoltre essere vietato ogni impiego in agricoltura dei fanghi di depurazione e delle acque di trattamento o meteoriche derivanti da impianti che utilizzano PFAS. Data la pluralità delle fonti di contaminazione da PFAS, l’ubiquità e la persistenza di questi composti chimici, le acque dovranno essere considerate un corpo unico da salvaguardare, ed, analogamente, gli ecosistemi.

4. dovrà essere disposto un serio e completo monitoraggio degli alimenti e della popolazione, le analisi su cibo, animali ed esseri umani non dovranno essere a carico dei cittadini. Del pari nei soggetti esposti che manifestano le patologie associate ai PFAS, il loro trattamento sanitario dovrà essere completamente gratuito tanto quanto lo screening sanitario. Inoltre, sarà importante introdurre protocolli di screening nei consultori per l’assistenza alla procreazione consapevole ed informata. Infine, le analisi e i campionamenti condotti dovranno essere, nel rispetto della riservatezza, liberamente accessibili alla comunità scientifica.

5. nelle nuove AIA autorizzazioni integrate ambientali, nel rinnovo delle esistenti, nelle valutazioni di impatto ambientale VIA dovranno essere previsti limiti zero per l’emissione di composti PFAS, i controlli potranno essere disposti anche a sorpresa senza formalità dai NOE e dalle autorità di polizia e gestite anche da laboratori indipendenti, non solamente da enti pubblici proprio al fine di riscontri incrociati e onde evitare fenomeni di cattura dei controllori. Inoltre, in tali occasioni dovrà obbligatoriamente essere disposta la VIS, valutazione di impatto sanitario, e introdotta la VIPC, ovvero una valutazione di impatto psicologico per la comunità nei luoghi dove l’impianto o l’installazione va ad operare, per evitare che collettività già soggette a fenomeni definibili come violenza ambientale siano ulteriormente private della loro speranza di vita dignitosa e di resilienza.

6. alle imprese e società che producono, commercializzano o impiegano sostanze chimiche, prima della loro immissione nel mercato dovrà non solo essere richiesta la produzione degli standards analitici ma di ogni studio condotto sulla tossicità, persistenza, bioaccumulo, biomagnificazione e mobilità. Una volta consegnati tali documenti, liberamente consultabili all’interno della comunità scientifica, solo laddove gli esiti dei riscontri siano da qualificarsi innocui per la salute umana e degli ecosistemi, sarà possibile consentirne l’immissione nel circuito economico-industriale. A tal scopo dovrà essere istituito un panel di esperti indipendenti. Inoltre dovrà essere disposto il divieto per i funzionari pubblici di enti di controllo di divenire consulenti delle imprese chimiche e viceversa. Del pari per i reati ambientali non dovrà aversi prescrizione.

7. finanziare la transizione ad una economia ed industria chimica sostenibile, in linea con la Strategia europea per una chimica sostenibile e toxic-free, supportando le persone e le attività economiche ed agricole interessate ed agevolando le “reali” riconversioni industriali. Ulteriore fattore rilevante in tale direzione sarà avviare una campagna nazionale di informazione sui danni legati alla salute da parte di queste sostanze chimiche per rendere realmente e diffusamente consapevoli i consumatori e i cittadini sull’importanza di scegliere prodotti pfas-free, obbligando i produttori alla corretta e completa etichettatura

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