IL FALLIMENTO DELLA MONETA. BANCHE , DEBITO E CRISI.
di Enrico Grazzini (Autore)
Quest’anno l’Italia pagherà di interessi sul debito pubblico 70 miliardi.
Sono soldi reali, creati dal lavoro degli italiani, che verranno intascati
dagli speculatori finanziari internazionali.
Mancano
però soldi per la sanità. Non siamo in grado di prescrivere i nuovi farmaci
antitumorali alle donne con il cancro al seno perché troppo costosi.
Condanniamo a morte sicura chi si potrebbe salvare. La nostra sanità è all’osso
e il Governo non ha abbastanza soldi per evitare il fallimento definitivo del
nostro Servizio sanitario.
Tra
un anno, ci dice la Banca d’Italia gli interessi da pagare ammonteranno
a 85 miliardi e nel 2026 si prevede che raggiungeranno i 100 miliardi.
Chiunque
capisce che questo sistema non ha alcun senso e non è emendabile. Va cambiato.
Ho
letto di recente questo bel libro scritto da Enrico Grazzini. È di
facile lettura e ha il pregio di interloquire con i lettori con parole semplici,
spalancando alla nostra comprensione un universo economico complesso.
Se
ritenete che il destino della vostra famiglia e dei vostri figli non debba
dipendere dalle direttive di Standard & Poor’s o da J.P. Morgan, dalla
signora La Garde o dal Fondo Monetario Internazionale, se pensate che le leggi
del nostro Paese le debba scrivere il Parlamento e non le banche, siete
maturi per leggere questo libro.
Giovanni
Fazio
Da
dove nasce la moneta? Pochi lo sanno ma oltre il 90 per cento della moneta
viene creata dal nulla dalle banche commerciali per il loro profitto. Lo Stato
ha ceduto la sua sovranità monetaria a enti privati che, grazie al privilegio
di creare moneta, ottengono utili immensi e un potere enorme. Il problema è che
la moneta delle banche è sempre emessa come credito e dunque entra
nell’economia sempre e solo come debito.
Ma
un’economia fondata sul debito è destinata al fallimento. Inoltre la
privatizzazione della moneta fa crescere le diseguaglianze ed è all’origine
delle frequenti e violente crisi finanziarie che sconvolgono la società
provocando povertà e disoccupazione.
Per
superare questo sistema ingiusto e insostenibile
l’autore propone che la nuova moneta digitale venga trattata come un bene
pubblico gestito dalla società civile, e che sia emessa libera dal
debito. In democrazia le banche centrali dovrebbero aprirsi al pubblico ed
essere governate dalle organizzazioni del lavoro, delle imprese e dei
consumatori. Così finalmente il sistema monetario potrebbe soddisfare
l’interesse collettivo.
«L’analisi molto accurata di Enrico Grazzini», scrive Sergio Rossi nella prefazione, «chiarisce in modo incontrovertibile la necessità di un cambiamento radicale nell’emissione della moneta allo scopo di rendere il sistema monetario democratico». «Le soluzioni proposte dall’autore», sottolinea Mauro Gallegati nell’introduzione, «possono sembrare utopistiche: tuttavia esse rappresentano un orizzonte e un traguardo su cui vale certamente la pena di riflettere per orientare i programmi di riforma di un sistema, come quello monetario, che oggi mostra tutti i segni di una crisi profonda e forse irreversibile».
«Questo libro sottolinea giustamente che la moneta è un bene comune che dovrebbe essere governato dai cittadini».
Dominique Plihon
«Grazzini auspica che la moneta venga trattata per quella che è: un bene pubblico, mentre oggi serve prevalentemente gli interessi del sistema bancario e finanziario privato».
Joseph Huber
«Grazzini dimostra che l’attuale sistema monetario è non solo anarchico ma anche caotico, e genera sistematicamente crisi ricorrenti».
Guglielmo Forges Davanzati
«Questo libro illumina la dimensione politica delle banche centrali nascosta dietro al velo tecnico e sottratta al controllo democratico».
Stefano Fassina
«Questo saggio apre un dibattito indispensabile su come trasformare il sistema monetario affinché possa servire l’economia e la gente, il lavoro e il risparmio su cui si basa».
Ellen Brown
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