DURE CRITICHE ALLA REGIONE PER IL BLOCCO DELLA RICERCA SCIENTIFICA PFAS .
ISDE: Fazio, Lupo, Bertola, Albiero, Cordiano |
RICERCA EPIDEMIOLOGICA DI ISDE
Più di 800.000 persone contaminate da PFAS nel Veneto. Da 10 anni nessuna seria indagine epidemiologica è stata effettuata in regione, malgrado la gravità di una contaminazione che continua a dilagare.
Sconvolgenti le rivelazioni di Pietro Comba, responsabile del Dipartimento di Epidemiologia ambientale dell’Istituto
Superiore di Sanità, il quale alcune settimane fa, al processo Miteni ha
affermato che lo studio epidemiologico sull’impatto della contaminazione da
PFAS, pronto per partire già dal 2016, fu bloccato da una decisione politica.
L’ISDE (Associazione internazionale ei Medici per L’ambiente) ha iniziato per
conto proprio e a proprie spese, grazie anche ad una raccolta fondi, una
indagine epidemiologica importantissima a cura del dott. FRANCESCO BERTOLA ,
presidente della sezione vicentina dell’ISDE.
Nel comunicato che segue potrete leggere i particolari della ricerca scientifica che farà
luce sui danni alla riproduzione dei giovani contaminati.
COMUNICATO STAMPA
Oggi 4 agosto 2023 nella sede delle Barchesse di Villa Mugna a Lonigo, le Mamme NoPfas e
ISDE - Associazione
Medici per l'Ambiente hanno tenuto una conferenza stampa nella quale
si vuole ribadire la necessità di effettuare studi epidemiologici rigorosi
sull’impatto della contaminazione da PFAS sulla popolazione veneta.
ISDE ritiene che sia quanto mai attuale la richiesta
avanzata già nell'autunno 2013 di effettuare studi epidemiologici ben progettati
soprattutto per quanto concerne la popolazione nelle zone impattate. In
particolare sono necessari studi che valutino l'incidenza delle patologie PFAS
- associate e la correlazione con i livelli ematici di queste sostanze nonché
la mortalità per le principali cause di morte, come ad esempio tumori e
malattie cardiovascolari.
La mancanza di tali studi, originariamente prefigurati dalla Regione Veneto
ma mai fatti partire, rappresenta un serio ostacolo al progresso delle
conoscenze scientifiche ed impedisce la valutazione delle responsabilità degli
inquinatori.
In assenza di una presa in carico da parte delle Istituzioni pubbliche, i medici ISDE e le Mamme no PFAS hanno deciso di rispondere attivamente a
questa mancanza e necessità. La sezione di Vicenza ISDE ha dato avvio l’anno
scorso, grazie all’impegno e alla messa in atto del dott. Francesco Bertola,
ad uno studio epidemiologico che vuole comprendere se c’è una associazione tra
le concentrazioni di PFAS sierici e seminali e la fertilità nei maschi nati
o residenti nella zona rossa del Veneto. Lo studio ha ricevuto il parere
favorevole del comitato etico provinciale di Vicenza (C.E.S.C.).
Ad oggi sono stati studiati circa 850 maschi, tramite un esame del
sangue, uno spermiogramma, un’ecografia testicolare, una densitometria ossea, e
una visita urologica. Questo progetto non è solo funzionale alla raccolta di
dati e studio degli esiti, ma è orientato a diffondere consapevolezza e cultura
della prevenzione nelle generazioni più giovani. Inoltre questi studi
mirano ad accrescere la conoscenza dei medici di base, così supportando
salute individuale e collettiva.
L’esigenza di circoscrivere i problemi di salute della popolazione, porterà
le Mamme no PFAS, nel mese di settembre, a chiedere alla Regione Veneto accesso
a tutte le informazioni rilevanti sulla contaminazione. La richiesta di
trasparenza dei dati non è solo dettata dal dovere di informare i cittadini. È
finalizzata anche ad imparare dagli errori del passato, a creare buone
pratiche e precauzioni mediche.
Si tratta di informazioni ambientali
che, come dicono norme internazionali, europee e nazionali, assicurano il
diritto di conoscere e il dovere di informare, devono essere divulgate ed
accessibili. In fondo questo è lo scopo delle istituzioni pubbliche: tutelare
la popolazione e l'ambiente. Mancanza di informazione completa e trasparente
assieme a mancata tutela dell’ambiente e della salute sono diritti umani
negati.
Tornando all’importanza dello studio “PFAS: salute riproduttiva maschile”,
l’obiettivo è arrivare a 1.000 partecipanti. Mentre alcuni Comuni hanno già
superato le soglie minime di arruolamento di ragazzi per una seria indagine
scientifica, in altri paesi ci sono poche adesioni. La partecipazione più alta
si riscontra nei Comuni dove amministrazioni e Mamme no PFAS sono maggiormente
attive e presenti. Le analisi sono gratuite per i ragazzi che partecipano ma lo
studio ha un costo totale di circa 150.000 euro, in parte finanziati da ISDE,
in parte da donazioni private. In alcuni casi sono state le stesse
Amministrazioni comunali che hanno supportato economicamente le analisi.
ISDE, soggetto promotore e
responsabile scientifico dello studio, ringrazia di cuore, oltre le Mamme no
PFAS, anche quelle Amministrazioni comunali che si sono rese protagoniste
dell’arruolamento dei loro cittadini tramite una lettera individuale di invito
alla partecipazione allo studio, e quei Comuni che hanno anche voluto
partecipare a sostenere le spese dello studio, con donazioni spontanee.
Chi volesse informarsi o contribuire trova tutte le informazioni su https://www.isde.it/pfas/...
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