T.A.V. A VICENZA. ARIA ACQUA SUOLO: LA TEMPESTA PERFETTA?

 

CONVEGNO ISDE  A VICENZA


Sabato 18 marzo 2023, nei locali del teatro parrocchiale S. Lazzaro a Vicenza, grande affluenza di pubblico al convegno organizzato dall’associazione Medici per L’ambiente (ISDE) . Nel corso delle due sezioni  che si sono protratte fino al pomeriggio avanzato sono stati trattati tutti gli aspetti relativi alla salute , connessi ai lavori per il TAV che verrebbero effettuati a Vicenza, la cui durata è prevista per almeno dieci anni.

Hanno introdotto l’interessante convegno il presidente regionale dell’ISDE dott. Vincenzo Cordiano (ematologo) e il dott. Renato Giaretta (Responsabile Servizio Terapia Alimentare U.O.C. Oncologia AULSS Berica)  i quali hanno motivato la necessità urgente di una analisi delle problematiche ambientali e sanitarie che deriverebbero dalle grandi opere previste per la realizzazione del TAV attraverso la città di Vicenza. Come è noto, parliamo di una città che detiene un record negativo per l’inquinamento atmosferico, essendo inclusa nel novero dalle dieci città europee più inquinate dalle polveri sottili.



Per offrire una panoramica del contesto in cui tali opere dovrebbero realizzarsi è intervenuto l’architetto Francesco Di Bella il quale ha sintetizzato le caratteristiche di un progetto che, tra le opere da realizzare, include oltre al percorso del TAV e quelle complementari per raccordarlo alle esigenze logistiche della città. Si tratta di un vero vulnus, una ferita che sconvolge quella che è una città non grande e con un centro storico di altissimo valore urbanistico.

Fa riflettere il fatto che, tutto sommato, le evenienze per le quali il treno facesse sosta nella città berica sarebbero pochissime e che le distanze tra Brescia, Verona, Vicenza, Padova e Venezia sono tali da non potere consentire al TAV di dispiegare a pieno la velocità per cui lo si vuole realizzare. Infatti, a conti fatti, l’opera mastodontica ( si stanno investendo milioni di euro)  guadagnerebbe solo cinque minuti, sull’intero percorso Milano Venezia, rispetto ai tempi delle attuali frecce. Se poi si considera che né il Friuli Venezia Giulia né tanto meno la Slovenia hanno intenzione di prolungarne il tragitto nei rispettivi territori, ci sembra che la grande spesa e il danno ambientale altissimo che questa linea sta arrecando al territorio della Valle Padana siano del tutto ingiustificati.



Le puntuali interessantissime osservazioni dell’architetto Di Bella, come quelle degli altri relatori, saranno pubblicate al più presto da Isde nazionale in un volume di cui raccomando, fin da ora la, lettura a tutti.

In mattinata si sono susseguiti gli interventi  del prof. Gianni Tamino (già Prof. Dipartimento Biologia UNIPD; membro del Comitato Tecnico Scientifico nazionale dell’ISDE.)  che ha relazionato sugli inquinanti che sarebbero prodotti dai cantieri TAV e la loro dispersione nell’ambiente (aria, acqua, suolo). Alle 11.30 è stata la volta del dott. Rolando Negrin (già Direttore U.O.C. Pneumologia AULSS Berica) che ha illustrato le conseguenze previste sulla salute dell’apparato respiratorio correlate all’aumento dell’inquinamento atmosferico prodotto  dai lavori decennali previsti nella città. È seguito l’intervento della dottoressa Vitalia Murgia (pediatra) sulle conseguenze della polluzione sulla salute dei bambini e, in collegamento da Bari, il prof. Agostino Di Ciaula (Medicina interna universitaria A. Murri, A.O.U.C. Policlinico di Bari, presidente del Comitato tecnico scientifico di ISDE)




Dalle relazioni dei medici si evince che la situazione che si prospetta per la salute dei cittadini  è molto grave poiché la città è già, dal punto di vista atmosferico, una delle più inquinate d’Europa. Si prevede un aumento significativo delle polveri sottili a causa dei lavori che si protrarrebbe per oltre dieci anni. Grave anche il danno provocato dalla grande quantità di acqua prevista per il lavaggio delle macchine e delle strade, al fine di abbassare la quantità della polvere. Non è dato ancora sapere da dove sarebbe attinta quest’acqua, visto che quella presente nel sottosuolo è, in parte, contaminata da PFAS.

Sono state descritte le conseguenze dell’aumento delle polveri sottili nell’aria della città sulla salute dell’apparato respiratorio; in particolare il danno che subiscono le pareti degli alveoli polmonari a causa del contatto con le PM 2.5. Tale incremento, infatti, è in grado di  colpire i soggetti più fragili, bambini, anziani e portatori di patologie croniche, con  un significativo aumento delle patologie polmonari, asma BPCO, tumori al polmone e aumento della mortalità generale.



Ha chiuso gli interventi del mattino il dott.  VALERIO GENNARO (Medico epidemiologo, già dirigente presso l'Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro, IRCCS Policlinico San Martino; membro della Commissione Ambiente dell'Ordine dei Medici di Genova e del Comitato Tecnico Scientifico nazionale ISDE) relazionando sul “Referto epidemiologico comunale”, una modalità di ricerca epidemiologica semplice e molto utile che si effettua coinvolgendo gli uffici dell’anagrafe comunale.

Dopo la pausa pranzo i lavori del convegno sono stati ripresi con gli interventi delle associazioni. Sono intervenuti i Comitati locali di S. Lazzaro e S. Pio X, CiLLSA, Civiltà del Verde, Comitato Salute Aria berica,  Fridays for future, Italia Nostra, Legambiente e Pfasland.

Numerosi gli interventi e le domande dal pubblico, alla fine di una giornata che ha creato una nuova consapevolezza, negli astanti, sulla grave ipoteca che dieci anni di lavori porrebbero alla salute di tutta la cittadinanza.

Ha colpito, tuttavia, l’assenza totale dei giornalisti, del presidente dell’Ordine dei medici o di un suo rappresentante, l’assenza del direttore generale della AULS 8 e di tutti i politici in lizza per le nuove elezioni amministrative.

Tali assenze sottolineano il clima di indifferenza e insofferenza delle istituzioni rispetto alle ragioni espresse dai comitati cittadini, dalle associazioni ambientaliste e da chi si adopera per convincere le istituzioni comunali  a modificare un progetto assurdo che non porterà alcun vantaggio alla città e ai suoi abitanti. Ciò conferma che il pensiero unico sul TAV non sopporta il confronto con i cittadini.

Dai vari interventi del pubblico però emerge l’opinione secondo la quale siamo ancora in tempo per fermare questa opera inutile e dannosa, oltre che estremamente dispendiosa.



Non si possono anteporre gli interessi e i grandi profitti di una parte infima della cittadinanza, che non raggiunge nemmeno l’1% della popolazione, alla vita e alla salute del restante 99% degli abitanti di Vicenza che da questa azione vandalica  non otterrebbero alcun vantaggio. L’opinione unanime, espressa  dai presenti al convegno è quella di una dura opposizione al  progetto TAV per ottenerne  la cancellazione o, in extremis, una modifica che eviti del tutto il percorso ferroviario dentro la città o in sua prossimità.

Stando così le cose ci chiediamo: “La politica si confronterà con i cittadini sulle tematiche emerse nel corso del convegno? Sarà in grado di accogliere le loro richieste?”

Ci auguriamo che il messaggio che viene dalla città trovi una dovuta attenzione su quanto si prospetta riguardo alla salute dei cittadini nei prossimi anni e che le ragionevoli richieste poste vengano accolte da chi si cimenterà nelle imminenti elezioni amministrative.

Comitati e associazioni faranno di tutto perché l’attraversamento del TAV dentro la città diventi la vera  discriminante politica, per chi si appresta a governare Vicenza nei prossimi dieci anni, tra chi lo osteggia e chi lo sosterrà ciecamente a spada tratta. Con buona pace dei concorrenti  che vorrebbero tenere sotto silenzio quanto sta per accadere,  le prossime elezioni comunali si potrebbero trasformare in un  vero e proprio referendum cittadino pro o contro il TAV e il modello di sviluppo urbanistico e sociale che esso sottende.


Non abbiamo bisogno di un treno esclusivo per ricchi signori; un treno  che la grande maggioranza della popolazione non prenderà mai. Abbiamo piuttosto bisogno di un raddoppio dei binari per il trasporto di coloro che ogni giorno si recano al lavoro o a scuola, di una vera metropolitana di superficie che colleghi Vicenza al suo hinterland, di una rete di trasporti pubblici integrati che svuotino le strade da una soffocante presenza di auto, soprattutto nelle ore di punta. Come si fa a non veder le lunghissime file di macchine che, ogni mattina e ogni sera, intasano le vie della città! Come si fa a non  tenere conto del tempo che migliaia di cittadini passano chiusi in un’auto per raggiungere  o lasciare il proprio posto di lavoro! Tempo sottratto alla vita, alla famiglia, alla gioia di vivere.  Come si fa a non capire il danno che migliaia di motori accesi arrecano alla salute delle persone, dei bambini! Certo tutto ciò non troverà alcuna risposta nel TAV e nei lavori che intralceranno ancor di più il traffico.

 Per l’inquinamento dell’aria e dell’acqua la città sta già pagando un altissimo prezzo. Sono necessarie aria nuova, vedute illuminate, rispetto per la vita e la salute dei cittadini. I tromboni dei media padronali riusciranno a distrarre, ancora una volta, l’opinione pubblica dai veri problemi che affliggono la città?

Giovanni Fazio

NB. Nei prossimi giorni Caracol pubblicherà su Facebook il filmato del convegno.

 



 

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