ARZIGNANO PFAS PROBLEMA ANCORA APERTO

 

CONOSCERE PER CAPIRE E AGIRE

 
Dieci anni fa, nel 2013, gli scienziati del CNR (Centro Nazionale Ricerche) scoprivano nella azienda Miteni di Trissino l’origine di un grande inquinamento delle acque profonde e superficiali provocato dal rilascio di sostanze perfluorate denominate PFAS.

La contaminazione si era realizzata nel corso di circa cinquant’anni e aveva inquinato una falda sotterranea che ha raggiunto le terre di Montagnana e si ritiene grande come il lago di Garda.

Questa ricca riserva d’acqua pura e cristallina, la seconda per grandezza in Europa, per millenni aveva dissetato le popolazioni della pianura veneta e consentito lo sviluppo di un’agricoltura di eccellenza.

Il danno provocato (più di 350.000 persone contaminate) è ingentissimo, sia sotto il profilo della salute umana che sotto quello economico, se si tiene conto che per ritornare tale grande riserva d’acqua allo stato originario dovranno passare più di cento anni. Per la nostra generazione è perduta per sempre.

Le PFAS sono molecole, create dall’uomo, che non esistono in natura. Negli Stati Uniti le hanno chiamate “Sostanze per sempre”; infatti sono indistruttibili. Non si distruggono nemmeno con gli inceneritori. Scientificamente parlando, esse possiedono due caratteristiche: il BIOACCUMULO E LA PERSISTENZA nell’ambiente. Dopo averne ingerito una dose di pochi nanogrammi sono necessarie decine di anni perché il nostro corpo se ne liberi. Lo stesso avviene per tutti gli altri esseri viventi, animali e vegetali.

Il motivo per cui sono prodotte è proprio la loro resistenza alle altissime temperature, la loro flessibilità, l’idrorepellenza e l’oleorepellenza; cioè sono impermeabili all’acqua e ai grassi. Vengono utilizzate per moltissimi usi nell’industria, ma anche nei cosmetici, nei pesticidi, nelle padelle antiaderenti, nelle giacche a vento, negli scarponi e altri mille prodotti, anche di uso quotidiano. Esse hanno, per questo motivo, un valore economico altissimo. Tuttavia, tali sostanze hanno un gravissimo difetto: sono molto nocive alla salute e possono portare a morte le persone. Tra le malattie da esse provocate si trovano i tumori, soprattutto del rene e del testicolo, il diabete, l’ipertensione l’ictus, l’infarto, l’aumento del colesterolo, la poliabortività, la nascita di bambini malati, l’Alzheimer, la riduzione delle difese immunitarie (nella cosiddetta Zona Rossa, dove le persone sono state maggiormente contaminate, i morti per la pandemia del Covid sono stati il 20% in più di quanti ce ne siano stati del resto del Veneto).

Purtroppo, si propagano anche negli alimenti (10.000 pozzi dell’area contaminata non vengono tuttora monitorati). Sono presenti anche nel nostro acquedotto di Arzignano in misura importante (circa 50 nanogrammi/litro) motivo per cui abbiamo ottenuto da Acque del Chiampo e con l’aiuto del Comune, l’apposizione di filtri nell’acqua delle scuole e l’accesso gratuito alle casette comunali dell’acqua, in attesa che i lavori di bonifica dell’acquedotto, già in opera, siano portati a termine.

La ricerca scientifica sta svelando i meccanismi con cui queste molecole attaccano i nostri organi vitali. È necessario effettuare una prevenzione primaria e secondaria e consentire ai medici di richiedere gli esami del sangue necessari per accertarsi della presenza dei PFAS in soggetti a rischio o con malattie correlate. Attualmente tali esami ci sono negati.

 Il compito della nostra associazione CiLLSA è quello di dare informazioni scientifiche e consigli alla cittadinanza affinché possa difendersi dal rischio prodotto da queste sostanze tossiche. 


A tal fine abbiamo organizzato, insieme alla Amministrazione Comunale di Arzignano, un incontro nel quale potremo spiegare bene  ( il 10 marzo 2023, presso la Biblioteca Comunale Bedeschi, alle ore 20.30)  le  caratteristiche di questa contaminazione e rispondere alle vostre domande.

La manifestazione sarà presentata dall’assessore Giovanni Fracasso e dalla dirigente emerita Donata Albiero. Relazionerà il dott. Giovanni Fazio aderente alla associazione internazionale Medici per l’Ambiente (ISDE).

 La portavoce CiLLSA 

Donata Albiero


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