PFAS UNO SCHIAFFO AI CITTADINI DELLA ZONA ARANCIONE

 



CONCESSI GLI ESAMI AL PREZZO DI 90 EURO 

 

Leggiamo nel comunicato emesso l’11 gennaio di quest’anno:

 

La Regione del Veneto ha adottato un provvedimento che consente ai cittadini residenti nei comuni dell’Area Arancione di poter effettuare il dosaggio dei PFAS nel sangue.

Ciò risponde alle esigenze che parte della popolazione residente in questi comuni ha più volte espresso ma anche ad una rivalutazione del rischio correlata all’uso dell’acqua da pozzo.

L’Area Arancione corrisponde a quella parte di territorio regionale, interessata dalla contaminazione da PFAS delle acque sotterranee, ma che ha ricevuto acqua non contaminata attraverso gli acquedotti.”

 PRECISIAMO: LA POSSIBILITA' DI FARE GLI EASMI DEL SANGUE PER I PFAS NON E' UNA GENTILE CONCESSIONE DI UN ASSESSORE DELLA REGIONE VENETO MA UN DIRITTO INALIENABILE ALLA SALUTE DI OGNI CITTADINO DI CUI LA REGIONE CI HA ESPROPRIATO.

Dopo anni di richieste da parte degli ecologisti veneti , ma anche dal Comune di Arzignano (otto lettere) la Regione risponde con una “concessione” regale che, per noi, ha il sapore di un contentino ai cittadini dei comuni inquinati da Miteni.

 Nella premessa il comunicato parte però male.

 Non si tratta, infatti, di una “rivalutazione” ma semmai di una valutazione poiché nessuna ricerca sulla popolazione dei comuni interessati è stata mai effettuata né pubblicata su riviste scientifiche.

Tuttavia se si trattasse di una vera valutazione questa sarebbe inficiata dal periodo concesso per effettuare tali esami (solo tre mesi) ma soprattutto dalla tariffa di 90 euro, inaccessibile per la maggior parte delle famiglie.

 Ci spieghi il redattore di tale “progetto” perché gli stessi esami nella zona rossa sono gratuiti e in quella arancione no.

Una vera discriminazione di censo.

Ci spieghi perché nella zona rossa riguardi tutte le fasce della popolazione mentre in quella arancione si effettua a richiesta.

 Non è vero, inoltre, che i comuni arancioni o parzialmente arancioni hanno ricevuto acqua non contaminata attraverso gli acquedotti.”

 Le tabelle di Acque del Chiampo smentiscono clamorosamente tale affermazione.

Da sempre ad Arzignano, Montecchio, Chiampo, Montoso ecc, riceviamo acqua dall’acquedotto con decine di nanogrammi di PFAS per litro.

 Non si tratta pertanto di cittadini che bevono acqua di pozzo ma di persone contaminate dagli acquedotti comunali che rispettano, e non potrebbero fare diversamente, la DELIBERA del 3/10/2017 della Giunta della Regione Veneto, sui valori massimi per la presenza di PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) nelle acque destinate al consumo all’interno del territorio della Regione.

La Regione ha fissato valori di performance da raggiungere per le acque destinate al consumo umano:

–  90 nanogrammi per litro per la somma PFOA + PFOS
di cui –  30 nanogrammi mx per litro per PFOS
–  300 nanogrammi per litro per la somma degli altri PFAS

 Totale 390 ng/litro.

 Tale limite, che non ha alcuna base scientifica, non garantisce alcuna sicurezza per la salute dei cittadini e non ha riscontro né nei limiti proposti da EFSA (Autorità Europea per la Salute Alimentare) né dalla EPA ( agenzia per la protezione dell’Ambiente degli Usa).

Nel giugno 2021, l’agenzia per la protezione ambientale danese ha ristretto il limite per l’acqua potabile a 2ng/l come sommatoria di 4 PFAS

 Chi sta bevendo l’acqua del rubinetto in questi comuni continua ad accumulare pfas nel proprio corpo. Infatti tali molecole, una volta assunte impiegano anni per potere essere eliminate dall’organismo.


 Il comunicato conclude:

Si intende comunque precisare che la sanità regionale, ha sempre esaminato attentamente i dati prodotti dalle evidenze scientifiche, siano essi  frutto di biomonitoraggi che di studi epidemiologici,  contestualmente ai dati di natura ambientale e prodotti dagli Enti Gestori del Servizio Idrico Integrato e non ha ritenuto di poter ampliare il Piano di sorveglianza sanitaria sulla popolazione esposta a PFAS anche all’Area Arancione, proprio per la mancanza nell’Area Arancione dei requisiti che identificano l’Area Rossa, che è quella di massima esposizione sanitaria e quindi di applicazione del Piano di sorveglianza.

 La “Mancanza di requisiti” non è stata calata dal cielo ma decisa in Regione”.

Le “evidenze scientifiche” che la Regione dichiara di avere sempre esaminato attentamente sono quelle arcinote da sempre e quelle che la comunità scientifica internazionale continua a sfornare.

 Per citarne alcune:

Poliabortività, lesioni cerebrali dell’embrione, pre eclampsia delle gestanti, infarto, ictus cerebrale, tumori al rene e ai testicoli, abbassamento delle difese immunitarie, lesioni gravi agli apparati genitali maschili e femminili, osteoporosi giovanile, diabete, ipertensione, Alzheimer ecc.

 Per citare alcuni dati che ci riguardano, una indagine epidemiologica regionale  del 2011 dava per le attuali zone maggiormente contaminate una quantità di ICTUS CEREBRALI doppia della media regionale. (Molta gente è morta ma nessuno ci ha spiegato il perché).

Durante la pandemia da Sars Covid 19, nella zona rossa si sono verificate circa il 20% di morti in più del resto del Veneto.


 Mancano in Veneto , dal 2013  ad oggi, le ricerche epidemiologiche che avrebbero dovuto meglio identificare i rapporti tra la contaminazione da PFAS e le sunnominate patologie. Perché? Per quanto il monitoraggio effettuato nella zona rossa sia importante, non può sostituire la ricerca epidemiologica.

 Mancano informazioni alla popolazione sul rischio di bere acqua di rubinetto contaminata da PFAS, sono mancate informazioni in tal senso anche nella zona rossa dove la comunicazione alla popolazione è avvenuta con due anni di ritardo rispetto alla scoperta.

 


Per precisare quali sono le richieste serie che poniamo alla Regione diciamo

 

PREVENZIONE RICHIESTA

            Corso di formazione a tutti i medici sui danni provocati dalla contaminazione da PFAS

           (modalità patogenetica, prevenzione primaria e secondaria e terapia)

Corso di formazione per gli operatori dei consultori familiari

 Possibilità per i medici, in tutto il territorio regionale, di prescrivere la ricerca dei PFAS su tutti i pazienti a rischio (gratuitamente, visto che non sono stati i cittadini i responsabili di ciò, ma solo le vittime).

 Accelerazione della messa in opera urgente dei filtri per tutti gli acquedotti inquinati (come quello di Arzignano) che ne son attualmente sprovvisti.

 Controlli  da parte delle ULSS sulle derrate alimentari che arrivano ai mercati dalle zone contaminate.

 Creazione di una filiera sugli alimenti che informi i cittadini sulla provenienza degli stessi

 Creazione  di un marchio regionale  “PFAS FREE” per gli alimenti totalmente sicuri.

 Etichetta sulle bottiglie cartoni o lattine di bevande che indichino la eventuale  presenza di PFAS (come si fa per i solfiti, che sono meno pericolosi) e di eventuali  residui di pesticidi.

 

RICERCA

 A parte la lodevole iniziativa del professor Foresta e pochi altri non vediamo la pianificazione di un progetto regionale in tal senso.

 

 ACQUE

 Manca un piano specifico di protezione delle acque: i punti di pressione della contaminazione in tutto il Veneto testimoniano della diffusione a macchia di leopardo dovuta alle autorizzazioni date ad aziende che trattano fanghi di risulta dei depuratori, inceneritori autorizzati a bruciarli, aziende che utilizzano pfas, dispersione sui campi di fanghi derivati dai depuratori, mancato trattamento a parte dei percolati di discarica ecc.

 Già, almeno, dal 2013 si sarebbe dovuto procedere in tal senso ma i risultati delle indagini sulle acque superficiali e profonde (ARPAV e ISPRA) ci danno un panorama disperante della situazione (Fratta Gorzone docet).

 QUESTE SONO LE NOSTRE RICHIESTE, INASCOLTATE, PER GARANTIRE LA SALUTE AI CITTADINI CHE RISIEDONO NEL VENETO.

 Gli esami per soli tre mesi a 90 euro al colpo li viviamo solo come una grave provocazione.

 

Giovanni Fazio

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Commenti

  1. Onorato di essere membro di CiLLSA, come sempre ottimo lavoro Titta (dr.Giovanni Fazio).Grazie

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