60% DI MORTI IN PIU' PER COVID 19 NELLA ZONA ROSSA

I DATI DRAMMATICI DELLA CONTAMINAZIONE PFAS NEL VENETO
DALL'AUDIZIONE DEL PROF CARLO FORESTA






COMUNICATO STAMPA

 

Roma, 10 giugno 2021 – La Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati (Commissione Ecomafie) ha audito oggi il professore ordinario di Endocrinologia dell’Università di Padova Carlo Foresta sugli impatti sulla salute dell’inquinamento da Pfas.

 

L’audito ha spiegato che i composti Pfas si accumulano nei diversi organi. Secondo quanto dichiarato, un’elevata concentrazione di Pfas nel sangue determina un aumento dell’incidenza di patologie ischemiche, aumento del colesterolo, problemi alla nascita e una maggiore prevalenza di ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari. 

L’allarme, ha riferito l’audito, riguarda la popolazione generale e non solo quella delle zone rosse. 

L’audito ha fornito informazioni sugli studi realizzati dal gruppo di ricerca da lui coordinato. 

La prima ricerca ha riguardato la fertilità, portando a riscontrare, nei giovani residenti nella zona rossa, la presenza di Pfas nel liquido seminale, una diminuzione degli spermatozoi e una riduzione del 10% della distanza ano-genitale, connessa con una riduzione del testosterone.

L’audito ha riferito che l’azione dei Pfas si è dunque dispiegata già nella fase embrionale, determinando una mitigazione del testosterone nella sua attività. 

Sono stati inoltre condotti studi sulle ossa, che hanno permesso di rilevare come un terzo dei giovani di 20 anni residenti in zona rossa presenti già osteoporosi e osteopenia, a causa dell’azione dei Pfas che impediscono alla vitamina D di attivarsi consentendo l'assorbimento di calcio. 

Secondo quanto dichiarato dall’audito, altre ricerche hanno permesso di studiare l’accumulo di Pfas nel cervello di soggetti che vivevano in zone rosse, rilevando come queste sostanze si concentrino soprattutto nell’ipotalamo. 

Secondo quanto riferito, a un aumento dell’inquinamento corrispondono maggiori incidenze di demenza, morbo di Alzheimer, autismo e deficit di attenzione e iperattività (ADHD). 

Foresta ha anche spiegato come alte concentrazioni di Pfas nel sangue inducano una condizione in cui le piastrine possono più probabilmente formare trombi. 

Per quanto riguarda l’azione del C6O4, è stato osservato che anche questo incide sulla fluidità del sangue e sull’azione delle piastrine. 

Rispetto alle correlazioni tra inquinamento da Pfas ed effetti della pandemia, l’audito ha riferito che nelle zone rosse si è osservata una maggiore gravità dei sintomi e una mortalità da Covid-19 maggiore del 60%.

Tale situazione potrebbe essere collegata sia agli effetti di immunodepressione correlata all’esposizione ai Pfas, sia all’azione dei Pfas di blocco dei recettori della vitamina D, sia all'attività dei Pfas sulle piastrine. 

Il professore non ha potuto rispondere ai quesiti relativi all‘appropriatezza della documentazione depositata da Solvay per chiedere commercializzazione del C6O4 perché tali documenti non sono pubblici. 

L’audito ha infine riferito che è necessario realizzare, da parte di Regione Veneto e Istituto Superiore di Sanità, lo studio epidemiologico residenziale di coorte. 

«La situazione sanitaria delle popolazioni esposte all’inquinamento da Pfas è molto critica e i rischi per la salute si estendono ben al di fuori della zona rossa, interessando tutti i cittadini. 

Le istituzioni competenti devono fare tutto il possibile, sia sul fronte della ricerca – penso anche alle indagini epidemiologiche – sia per quanto riguarda la prevenzione. 

“Le discrepanze tra i dati presentati in audizione dal professor Foresta e la licenza commerciale di Solvay impongono perlomeno l’esecuzione e la pubblicazione di altri studi prima di

autorizzare la produzione di ulteriore C6O4 a Spinetta Marengo”, dichiara il presidente della Commissione Ecomafie Stefano Vignaroli.

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Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti

ambientali ad esse correlati

Ufficio stampa

Veronica Ulivieri

328 6314369

06 67603329

ufficiostampa.vignaroli@camera.it


 ACCESSO LIBERO

AGLI ESAMI DEL SANGUE

PER TUTTI I CITTADINI DEL VENETO!

 

Non è necessario aggiungere alcun commento alle dichiarazioni

del prof Foresta che confermano l’allarme di tutto il mondo

scientifico riguardo ad una “contaminazione diffusa a tutti i

cittadini, ben al di fuori della Zona Rossa”.

Le istituzioni competenti devono fare tutto il possibileper quanto riguarda la prevenzione.” 

Sono anni che invitiamo le “Istituzioni competenti” ad attuare una seria prevenzione estesa a tutti i cittadini del Veneto, la quale comporta, in primo luogo, l’apertura dei laboratori per la verifica e il monitoraggio dei PFAS nel proprio sangue. 

         Fino ad oggi la Regione non consente a nessuno, eccetto gli abitanti della zona rossa, di effettuare questi esami, nemmeno a pagamento. 

Tuttavia, tali accertamenti sono indispensabili per effettuare quella prevenzione di cui parla il prof. Foresta. 

È urgente prendere in considerazione subito le donne gravide, i bambini, gli adolescenti, i malati di Covid 19, ecc. prima che le patologie da PFAS continuino a distruggere i loro corpi. 

         La prevenzione, richiesta dal prof Foresta, non è possibile senza l’accesso agli esami di laboratorio. 

         Eppure, il 60% di morti in più per Covid 19 nella Zona Rossa pretendeva e pretende una maggiore attenzione diagnostica anche per coloro che vivono al di fuori di questa. 

         Di ciò si occuperà chi dovrà indagare sulle motivazioni, a noi ignote, che hanno spinto la Regione a chiudere le porte dei laboratori.        

Ripetiamo qui, in sintesi, per l’ennesima volta, alcune misure che riteniamo indispensabili per attenuare l’impatto dei PFAS sulla popolazione del Veneto. 

A tal uopo sono essenziali i corsi di formazione per i medici sulle cose da farsi in presenza rischio PFAS; corsi di formazione agli operatori dei consultori familiari; una informazione capillare e veritiera ai cittadini. 

È indispensabile bere acqua sicuramente non contaminata da PFAS, contrariamente a quanto accade ancora adesso. 

È importante che i cibi che arrivano al mercato siano sicuramente privi di PFAS. (La Regione ha fatto qualcosa in proposito?) 

È fondamentale non autorizzare le aziende ad utilizzare o produrre sostanze potenzialmente rischiose per la popolazione e per l’ambiente. Citiamo uno dei casi più clamorosi, l’autorizzazione, rilasciata nel 2014 a Miteni da parte della Provincia di Vicenza, alla produzione del GenX di cui stiamo scontando adesso gli effetti nocivi; ma le autorizzazioni continuano a fiorire a centinaia mentre il territorio e, soprattutto l’acqua, vanno in malora. 

Ricordiamoci che non abitiamo in  una regione qualunque ma in quella che sta vivendo il più grande inquinamento da PFAS mai avvenuto in tutta Europa. 

 Quando il Covid 19 sarà solo un brutto ricordo, gli effetti del veleno che scorre nelle nostre vene e in quelle dei nostri bambini continueranno drammaticamente a produrre i loro malefici frutti. 

Pertanto è indispensabile che si provveda a difendere anche il territorio da una ulteriore contaminazione, al contrario di quanto avviene attualmente con i reflui dei depuratori del distretto della concia nel grande bacino irriguo del Fratta Gorzone. 

 La maggior parte dei prodotti alimentari, compresi uova, latticini verdure, frutta ecc. provengono da questa grandissima area che va bonificata e protetta (a tal proposito, che ne è stato del Patto Stato Regione siglato dalle parti già nel 2017, progettato ma mai realizzato per la difesa di questo vasto territorio?). 

Infine, non ultimo, è ora di finirla di costruire nuovi inceneritori quando in tutto il mondo è noto che non solo non sono in grado di distruggere i PFAS ma li diffondono attraverso le ciminiere (Brescia ha il più alto tasso di incidenza di tumori in Italia). 

La audizione alla Commissione Parlamentare d’inchiesta del prof Foresta ha rotto il vaso di Pandora. Ci saremmo aspettati un grande clamore sulla stampa locale e su quella nazionale ma nella rappresentazione rassicurante e speranzosa, che si dà della nostra società alla deriva, non appare nulla di particolarmente preoccupante.

Le donne continueranno ad abortire senza saper il perché, i diabetici a morire anzi tempo, le persone sane a essere colpite da ictus per motivi non compresi, gli uomini a non riuscire più a procreare a causa di testicoli infarciti da PFAS e peni sempre più corti. Tutto rientrerà nella sfera del privato, delle disgrazie individuali mentre il nostro sistema produttivo raggiungerà nuovi gloriosi traguardi di crescita, contribuendo fattivamente alla distruzione delle basi naturali della nostra stessa sopravvivenza.

 

Giovanni Fazio

 

Cologna Veneta 13 giugno 2021 manifestazione per il Fratta Gorzone (foto Federico Bevilacqua)

 

 

 

 

        

        

 

 

Commenti

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