ACIDO SOLFIDRICO DALLE CONCERIE


 PERCHE’ I SINDACI CHIEDONO AL MINISTERO QUELLO CHE SI SA GIA’?




Un comunicato congiunto dei sindaci dei comuni della valle del Chiampo chiede al Ministero dell’ambiente di fissare i limiti di tolleranza per le emissioni di acido solfidrico rilevate recentemente da Arpav nell’area del comune di Zermeghedo.

La nocività dell’Acido solfidrico è ben nota e si conoscono le dosi (PP-parti per milione) che determinano vari livelli di lesione fino alla morte. Pertanto non c’è nessun bisogno di aspettare una legge che fissi i limiti di tolleranza che chissà quando arriverebbe. I limiti si conoscono e i sindaci, in base ai rilevamenti di ARPAV hanno il dovere di intervenire immediatamente.
L'acido solfidrico è considerato un veleno ad ampio spettro, ossia può danneggiare diversi sistemi del corpo. Ad alte concentrazioni paralizza il nervo olfattivo rendendo impossibile la percezione del suo sgradevole odore e può causare incoscienza nell'arco di pochi minuti. Agisce come l'acido cianidrico inibendo la respirazione mitocondriale.

Un'esposizione a bassi livelli produce irritazione agli occhi e alla gola, tosse, accelerazione del respiro e formazione di fluido nelle vie respiratorie. A lungo termine può comportare affaticamento, perdita dell'appetito, mal di testa, disturbi della memoria e confusione.

Questa è la scala degli effetti sul corpo umano del solfuro di idrogeno espressa in parti per milione (1 molecola di H2S tra 999.999 altre molecole = 1 ppm)

0,0047 ppm è la soglia di riconoscimento, la concentrazione a cui il 50% degli esseri umani può percepire il caratteristico odore del solfuro di idrogeno, normalmente descritto come odore di uova marce[2].
Meno di 10 ppm è il limite di esposizione senza danni 8 ore al giorno.

10–20 ppm è il limite oltre il quale gli occhi vengono irritati dal gas.
50–100 ppm causano un danno oculare.
100–150 ppm paralizzano il nervo olfattivo dopo poche inalazioni, impedendo di sentire l'odore e quindi di riconoscere il pericolo.[3][4]
320–530 ppm causano edema polmonare con elevato rischio di morte.
530–1000 ppm stimolano fortemente il sistema nervoso centrale e accelerano la respirazione, facendo inalare ancora più gas e provocando iperventilazione.
800 ppm è la concentrazione mortale per il 50% degli esseri umani per 5 minuti di esposizione (DL50).

Concentrazioni di oltre 1000 ppm causano l'immediato collasso con soffocamento, anche dopo un singolo respiro ("colpo di piombo dei bottinai", chiamato così perché vittime ne erano gli addetti alle botti utilizzate nella concia delle pelli).

La redazione                            20 luglio 2020 

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