PFAS: NO DELLA REGIONE ALLE RICHIESTE DEL COMUNE DI ARZIGNANO




CHIEDERE LA SICUREZZA ALIMENTARE È REATO?

Riportiamo alcuni stralci del Giornale di Vicenza del 15 luglio 2019, relativi ad una intervista all’assessore del comune di Arzignano Giovanni Fracasso. 

Non commentiamo le risposte della Regione ma poniamo qualche domanda in calce al testo.



«Il maxi inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche in Veneto è noto a livello nazionale: il 64% degli abitanti, circa 54 mila, dei 32 comuni appartenenti alla zona rossa sono contaminati, come risulta dal "Decimo rapporto riguardante il piano di sorveglianza sanitaria" appena pubblicato».

 È per questo che l'assessore Pfas zero, Giovanni Fracasso, torna a chiedere «l'inserimento di Arzignano nelle procedure emergenziali già riservate alla zone rosse». 


Stando all'assessore, la situazione «è più grave rispetto a quanto previsto dalla Regione nel 2017 e pertanto non si può purtroppo escludere che la contaminazione abbia coinvolto in modo esclusivo solo gli abitanti residenti nella zona rossa». 

A scopo cautelativo, il Comune ha inviato, da novembre 2018 a marzo 2019, cinque richieste alla Regione … per includere anche la popolazione di Arzignano nel piano di sorveglianza sui Pfas», conferma Fracasso. 

Il 3 maggio scorso la Regione ha comunicato che … non abbiamo i requisiti per poter entrare nel piano di sorveglianza (o altre richieste simili) perché non siamo, per fortuna, zona rossa”.
 
Siete sicuri che i vostri bambini non abbiano i requisiti?



 In ogni caso il Comune ha presentato la richiesta affinché si intervenga anche per Arzignano. A fine giugno è stata quindi inviata dal Comune un'ulteriore domanda, in tal senso, a Stato, Regione, Provincia e agli enti preposti. 

L'altro giorno è arrivata la risposta della Regione: «Il comune di Arzignano non rientra in questa fattispecie, poiché il suo territorio, pur essendo parzialmente sovrapposto alla falda acquifera contaminata, è servito da una rete acquedottistica che attinge a fonti non interessate dalla contaminazione» ma l'ente regionale si “riserva di valutare”…  


Giovanni Fracasso pone queste richieste dal novembre del 2018, e fa benissimo. 
Noi di CiLLSA le poniamo dal 2013.

Precisiamo che oltre a non accogliere la richiesta di un controllo a campione della popolazione di Arzignano, la Regione non dà la possibilità a nessun cittadino, al di fuori della Zona Rossa, di effettuare un esame del sangue per conoscere il proprio eventuale stato di contaminazione da PFAS, nemmeno a pagamento.


Quali sono i motivi per i quali i cittadini di Arzignano non hanno il diritto di conoscere lo stato di contaminazione da PFAS del proprio sangue?

Si vuole nascondere qualcosa ai cittadini sulla loro salute?

Perché gli allevatori della Zona Rossa presentano livelli di PFAS astronomici, molto più alti di quelli dei loro concittadini?

Questo fatto ha a che vedere con il cibo che mangiano?

E noi che cibi mangiamo?

L’ EFSA (Ente europeo per la difesa degli alimenti) ha abbassato di 500 volte i livelli di PFAS consentiti negli alimenti e nell’acqua. 

Zaia, o chi per lui ne sta tenendo conto?

Perché nei documenti ufficiali la Regione dichiara che il nostro comune “è servito da una rete acquedottistica che attinge a fonti non interessate dalla contaminazione”
mentre il gestore Acque del Chiampo pubblica in bolletta che l’acqua è contaminata, ma dentro i limiti stabiliti dalla Regione?

 Questi limiti ci garantiscono veramente? Chi lo afferma?

Le falde che scorrono sotto la città di Arzignano sono molto contaminate e adesso l’ARPAV ci comunica che l’inquinamento è in aumento

Cosa succede alle coltivazioni innaffiate con l’acqua prelevata dai pozzi e agli animali che la bevono?






A che punto siamo col crono programma che dovrebbe abbassare il livello di scarichi di PFAS del nostro depuratore e del condotto A.Ri.C.A. (tubo che porta gli scarichi del nostro depuratore fino al fiume Fratta a Cologna Veneta)?

Perché il consorzio A.Ri.C.A. non pubblica i report semestrali con la documentazione dell’avanzamento del progetto?

Chiedere la SICUREZZA ALIMENTARE è un reato?

 
Vogliamo cibi con marchio regionale PFAS FREE e acqua certificata zero pfas nei nostri acquedotti.




I cittadini che chiedono queste cose elementari e sacrosante dal 2013 sono terroristi?
  
Questo bambino sta bevendo acqua contaminata. Chi lo proteggerà?


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