GENTILIN RIPROPONE IL GASSIFICATORE




 Consideriamo questo ultimo atto del Consiglio Comunale di Arzignano la firma che sottoscrive la fine ingloriosa di una amministrazione che cade “nel fango” con la sua ultima delibera, approvata da tutti i rappresentanti della maggioranza. 

“Ieri sera molti di voi hanno partecipato all'assemblea pubblica in comune e come avrete potuto vedere siamo messi piuttosto male. Durante l'assemblea nessuno dell'amministrazione, a partire dal Sindaco, ha avuto il coraggio di farsi vedere, fosse anche solo per presentare il tecnico di acque del Chiampo che ha illustrato il progetto. Progetto di cui, peraltro, non ha detto nulla. In 45 minuti di intervento, un record, non si è saputo né di che impianto si tratti, né di che dimensioni, né dove lo facciano, né quanto costi, né che impatto ambientale abbia, né che benefici/malefici porti.
Dalle domande che ho fatto, poi, durante il consiglio comunale, risulta che in realtà i dati ci siano ma restano ben nascosti. Neanche a noi Consiglieri, che avremmo dovuto approvare la procedura, è stato detto nulla.

Ci hanno presentato solo una scatola vuota in cui non c'è niente se non generiche parole, spesso anche in contraddizione fra loro.
Io ho espresso tutta la mia contrarietà, non capisco neanche come si sia potuto votare un atto così generico il cui significato alla fine sarebbe stato (anzi purtroppo sarà perché la maggioranza ha votato a favore):" vi diamo carta bianca fate tutto quello che volete".

 Dopo la discussione ho dovuto, purtroppo, lasciare il consiglio perché non stavo tanto bene, ma vorrei farvi notare che nel punto successivo si presentava il rinnovo della partecipazione del comune di Arzignano alla patto dei sindaci per il clima (Covenant of Mayors for cliemate and energy") in cui l'amministrazione si vanta di avere ridotto le emissioni della città egli ultimi 15 anni del 18% e di attivarsi per ridurle di un altro 20% nei prossimi 20 anni), peccato che dal conto vengano escluse tutte le attività industriali e le emissioni degli autoveicoli ( circa il 70% del totale) e che stiano pensando di fare un inceneritore (non si sa quanto grande ma da almeno 70.000/ton anno di rifiuti bruciati) e di mettere insieme un sistema d trasporti su ruota (camion) per portare i fanghi fino all'inceneritore). Più che diminuire le emissioni mi sembra aumentarle e far finta di niente spostandole in altra pagina del conteggio, attività in cui questa amministrazione è maestra”

Il presidente regionale ISDE dott. Cordiano
Condivido la cronaca della serata descritta da Piero Magnabosco su una assemblea che ha visto una partecipazione molto vivace da parte del pubblico e particolarmente indignata per quello che la Giunta arzignanese si apprestava a fare ingoiare ai cittadini.
 Il direttore di Acque del Chiampo, Piccoli, ha relazionato su una fumosa ipotesi di costruzione di un inceneritore, da realizzare, tra l’altro, in violazione del patto Stato Regione, che non prevede nessuna società mista (pubblico privato), firmato non solo da Acque del Chiampo ma anche da Gentilin.

 Il Direttore, lasciato in piena solitudine dai responsabili politici, tutti alla larga dall’assemblea pur essendo già nei locali del Comune, non ha risposto alle mie domande sul perché siano state disattese le disposizioni del Tribunale delle acque (TSAP),  confermate da una delibera regionale del marzo del 2017, tra cui quella che prevedeva la costruzione di impianti di filtraggio a carboni attivi per l’acquedotto industriale, che, oltre a consentire l’alleggerimento  del carico inquinante, attualmente altissimo, del dotto A.Ri.C.A,  avrebbero permesso di utilizzare il 60% dei fanghi di pre concia per ricavarne materie prime proteiche, abbassando di molto il carico da sversare in discarica. 

Il tecnico si è limitato a dire che la sentenza del tribunale trattava di acqua e non di fanghi. Non ha risposto nemmeno sul perché sia stato fino ad ora ignorato il nuovo patto Stato Regione che prevede la progressiva riduzione dei fanghi, l’esclusione di PFAS dal trattamento della concia, il recupero del cromo e di altre sostanze, il riciclo dell’acqua ecc.




Anche su questa mia precisa domanda il direttore è rimasto nel vago, senza spiegare perché non si è fatto niente dalla firma del patto, che risale al 2017.
Non ha nemmeno contestato le mie affermazioni sul rischio della contaminazione atmosferica da PFAS e da cromo esavalente, oltre a tutte le altre sostanze e le polveri sottili.
Nessuna risposta sull’altissimo rischio per la salute da parte di ciò che fa parte, ormai, del bagaglio obsoleto delle opere inutili e fortemente dannose ereditate dal secolo scorso e contestate in tutto il mondo. 

Cittadini arzignanesi firmano contro il gassificatore 2014
  

Non ha chiarito i motivi per cui, nei documenti presentati dalla Giunta arzignanese, sia indicata la tecnologia Pyro Arc per la costruzione del gassificatore, drasticamente cassata dall’ARPAV anni fa per l’alta concentrazione di inquinanti che uscivano dal camino. 

La motivazione che il tecnico, a giustificazione del progetto, è che la grande discarica di Sogliano al Rubicone, che attualmente recepisce i fanghi dei depuratori di Arzignano e Montebello, a giugno cesserà di accogliere rifiuti per un periodo di due anni per cui, se non si costruisce un inceneritore, il distretto conciario rischia il blocco.  

Accettando per vera tale motivazione, non può che apparire ridicola in quanto la costruzione dell’inceneritore, ammesso che tutto l’iter vada bene, comporterebbe un periodo dai 7 ai 10 anni.

 In secondo luogo tale motivazione, lungi dal giustificare l’iniziativa del sindaco di Arzignano, diventa un pesantissimo atto di accusa nei suoi confronti e per tutti coloro che per 10 anni hanno sostenuto la sua amministrazione, con in testa la vice sindaca candidata alla successione.

È infatti particolarmente grave il fatto che in dieci anni questa Amministrazione non abbia fatto nulla per risolvere il problema dei rifiuti conciari (che non sono solo quelli relativi ai fanghi) e che a un mese dalla sua decadenza, improvvisamente scopra l’emergenza fanghi.
 
Consideriamo questo ultimo atto del Consiglio Comunale di Arzignano la firma che sottoscrive la fine ingloriosa di una amministrazione che cade “nel fango” con la sua ultima delibera, approvata da tutti i rappresentanti della maggioranza. 

E pensare che un paio di mesi fa Giorgio Gentilin aveva aggregato alla sua Giunta un nuovo assessore al “No gassificatore”

Giovanni Fazio











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