PFAS ANCORA ALL’ORDINE DEL GIORNO. L’IMPEGNO CONTINUA

I CITTADINI SI ORGANIZZANO IN PRIMA PERSONA ATTRAVERSO IL COMITATO ZERO PFAS AGNO CHIAMPO 



L’azione per liberare dai PFAS il nostro comune e la nostra regione cammina con le gambe dei cittadini, parla con la bocca dei cittadini e ragiona con la mente dei cittadini.

Noi (CiLLSA) siamo la CITTADINANZA ATTIVA, quella parte della città che difendendo se stessa difende i diritti di tutti.

Per tale motivo abbiamo promosso, il 9 novembre 2017, la costituzione del “Comitato Zero PFAS Agno Chiampo”.


Dal 2013 ad oggi  incessantemente  informiamo la cittadinanza (assieme al movimento No PFAS che a partire dal 2015 ha acquisito consapevolezza della questione)  che la grave contaminazione delle acque superficiali e profonde e degli acquedotti che forniscono circa 400 000 abitanti di tre provincie (Vicenza, Verona e Padova)  ad opera della azienda multinazionale MITENI (Trissino) , costituisce un aumento del rischio di gravi malattie, disabilitanti e mortali, e tumori per le popolazioni interessate.


Solo nel 2013 (ben 14 anni dopo l’individuazione della fonte primaria dell’inquinamento), su sollecitazione dell’EFSA (Agenzia europea per protezione dell’ambiente), dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità) e del Ministero dell’ambiente, la Regione Veneto ha commissionato a ARPAV il compito di verificare con certezza l’origine dell’inquinamento e mappare lo stato degli acquiferi e degli acquedotti. L’indagine Arpav ha individuato l’origine dell’inquinamento da PFAS al 95% nell’azienda Miteni di Trissino.



I territori inquinati sono stati mappati in aree omogenee di inquinamento e suddivisi in varie zone, di cui quella “rossa” considerata degna di maggiore attenzione con iniziative volte alla popolazione (Piano di Sorveglianza sulla Popolazione Esposta alle sostanze Perfluoroalchiliche) e all’acqua da portare a zero PFAS.

Tale mappatura fu eseguita esclusivamente sulla base dei dati relativi alla percentuale di PFAS presenti nella rete idrica dell’acqua potabile e non si tennero in considerazione altri elementi come il livello di contaminazione delle falde profonde e delle acque superficiali, lo stato della contaminazione alimentare prodotta in loco (verdure, carni, derivati e pesci), eventuale presenza di industrie che facessero uso di sostanze contenenti PFAS né eventuali fonti di inquinamento atmosferico.     

Oggi, grazie a importanti aggiornamenti della ricerca sui PFAS effettuate negli Stati Uniti e da noi pubblicate sul sito Facebook di CiLLSA, si sa che l’acqua contribuisce per il 20% alla contaminazione da PFAS negli esseri umani.                             
 La restante parte è da attribuire a fonti inquinanti alimentari (non solo alimenti ma anche gli oggetti che
servono a impacchettarli, conservarli e venderli, le stoviglie adoperate per cucinarli e le modalità di cottura).
            
Per quanto riguarda la popolazione di Arzignano, Montecchio Maggiore, Trissino, Montorso, il progetto regionale non ha ancora di fatto previsto interventi strutturali  (Arzignano inizialmente fu esclusa dalla mappatura, pur essendo la città più vicina alla sorgente inquinante e, a sua volte produttrice di inquinamento per le sostanze impiegate nel distretto conciario). 
Successivamente, a seguito delle nostre proteste e del ritrovamento in località Canove di pozzi privati fortemente inquinati, una parte del territorio comunale, quello relativo all’area Canove, è stato incluso nella Zona Arancione).                                                                   
Malgrado l’esclusione dei suddetti comuni dalle indagini di bio monitoraggio, alcuni residenti hanno effettuato, a proprie spese, esami del riscontrando valori  elevati di PFAS.

Ciò dimostra, in maniera incontrovertibile, che anche in questi comuni la contaminazione è avvenuta ed è in atto, fatto che richiederebbe, tra l’altro, uno screening sulla popolazione  per verificarne la portata.
Inoltre dalle recenti rivelazioni di Miteni si è appreso che la lavorazione delle pelli e della carta nonché dei tessuti con prodotti contenenti PFAS emette come scarto residuo della lavorazione, polimeri fluorurati. Queste sostanze, che non vengono misurate attualmente negli scarichi dei nostri depuratori, degradandosi ulteriormente producono PFOA.


La presenza di PFOA (uno degli inquinanti più pericolosi) è documentata nell’
acquedotto  di Arzignano e in quella di Montecchio, mentre in quella di Montorso è presente PFOS a livelli molto vicini al massimo consentito.


Non mancano anche i PFAS a catena corta, prodotti dalla Miteni e dalla degradazione di molecole più complesse usate nel settore conciario, nelle cartiere. Tali molecole, in base a una ricca letteratura americana in gran parte derivata da studi effettuati dalla stessa Dupont (responsabile dell’inquinamento del fiume Ohio) sono responsabili delle stesse gravi patologie, compresi i tumori, prodotte dai PFAS a catena lunga.

 Stiamo seguendo gli eventi generati dalla comunicazione del Ministero dei trasporti olandese in merito a un traffico di rifiuti di perfluorati , contenenti  GenX  che dura da alcuni anni tra Olanda e azienda MIteni di Trissino, pericoloso  sostituto del PFOA che ha la caratteristica di bypassare i filtri a carbone attivo quando la sua concentrazione nell’acqua è superiore a 10 ng/litro. Di tale elemento si è appena appresa la presenza nei pozzi viciniori a Miteni. 

Sappiamo che la Regione ha fatto trascorrere ben tre mesi prima di prendere iniziative in merito.             
Per quale motivo?
 Chi ha informato Miteni nel frattempo?  

Cosa sarebbe successo se il Ministero Olandese non avesse informato la Regione?
Per quale motivo la Conferenza dei Servizi presieduta dal presidente Zaia , ha concesso nel 2014 l’autorizzazione al trattamento di tali rifiuti speciali pur sapendo che la Miteni era nell’occhio del ciclone?

Ritornando nel merito della nostra storia, come abbiamo sora riportato,  gli abitanti di Trissino, Arzignano, Montecchio Maggiore Montorso sono esclusi dal bio monitoraggio (cioè non hanno diritto agli esami gratuiti come gli abitanti delle altre zone); nessuna iniziativa è prevista nell’immediato per filtrare l’acqua, nessuna misura cautelativa è stata presa per i bambini e le donne gravide.


Da parte del sindaco Gentilin e del gestore dell’acquedotto, sono stati diffusi, messaggi secondo cui l’acqua erogata dal gestore “Acqua del Chiampo” è paragonabile ad acqua oligominerale e fa bene alla salute.


L’ULSS non ha risposto alla richiesta da parte di CiLLSA sulle eventuali misure prese dal dipartimento di prevenzione alimentare per impedire che uova e altri prodotti estremamente contaminati da PFOS fossero immessi nel mercato.


L’ULSS non ha risposto alla richiesta fatta da CiLLSA di rendere noti i dati relativi alla quantità di PFAS presenti nelle prese dell’acquedotto a Canove.


L’ULSS non ha risposto alla domanda di CiLLSA sulla effettuazione o meno di controlli sull’inquinamento atmosferico da PFAS nell’area della zona industriale di Arzignano.


Questi sono stati i motivi per cui, insieme a tanti cittadini, abbiamo costituito un comitato per difendere noi stessi, le nostre famiglie e la popolazione tutta dalla contaminazione da PFAS proponendo una serie di obiettivi che ci sembrano indispensabili per il futuro della nostra comunità.



Obiettivi da raggiungere

  •           Immediata applicazione di filtri a tutti gli acquedotti comunali con presenza di contaminazione da PFAS senza oneri per gli utenti.
  •         Applicazione del principio di Prevenzione salvaguardando la salute dei bambini attraverso misure immediate: acqua non contaminata negli asili, nelle scuole dell’infanzia e nelle mense scolasticheCibi certificati biologici, con filiera documentata e privi di PFAS.
  •           Chiusura delle fonti inquinate degli acquedotti e allacciamento con fonti non contaminate. (Si ritiene che i pozzi di Canove non siano più utilizzabili e che l’allacciamento alla derivazione da Recoaro già realizzata sia la scelta  immediata più valida e meno costosa).
  •               Estensione ai cittadini di Arzignano e dei comuni della cosiddetta “Zona arancione” delle misure di prevenzione adottate dalla Regione nella “Zona rossa”, ivi compreso lo screening gratuito.
  •             Pubblicazione mensile, da parte dell’ente gestore, dei dati delle analisi dell’acqua degli acquedotti.
  • ·        Mappatura, a spese della Regione, di tutti i pozzi privati per verificare quali possano continuare ad erogare acqua a fini agricoli o di allevamento e quali no.
  •         Applicazione dei limiti più possibilmente vicini allo zero anche per le acque usate dalle aziende agricole e dagli allevamenti.
  •         Individuazione e monitoraggio delle aziende che producono alimenti contaminati, siano essi prodotti agricoli, foraggi, animali o prodotti derivati e ritiro dal commercio delle partite inquinate.
  •         Controllo delle emissioni atmosferiche delle aree industriali relative ai territori dei comuni citati, individuazione di eventuali fonti di emissioni di PFAS in atmosfera e provvedimenti immediati a livello delle singole aziende per bloccare la fonte delle stesse.
  •         Controllo a piè di fabbrica degli scarichi industriali al fine di individuare emissioni inquinanti di PFAS o derivati di questi e provvedere al caso.
  •         Controlli del sangue per individuare eventuale presenza di PFAS a tutti gli addetti della lavorazione delle pelli o di altre industrie in cui vengono usati preparati contenenti perfluorati
        In considerazione dei lavori della Pedemontana sul Poscola e del bacino di laminazione nelle Rotte del Guà, in un territorio estremamente sensibile alla contaminazione delle falde sottostanti, chiediamo la documentazione sull’impatto ambientale da essi derivante e  In mancanza della suddetta indagine l’immediata sospensione cautelativa dei lavori.













                                                                                                                 Sul piano generale il Comitato chiede
  •           l’esclusione dalla produzione e dal commercio di tutti i preparati a base di perfluori, in Italia, in Europa e nel mondo.
  •         Sequestro della MITENI con chiusura o suo spostamento in zona idonea sotto il profilo idrogeologico e antropico.
     Il Comitato si riserva di adire le vie legali, per richiedere il risarcimento       dell’eventuale danno subito dai propri iscritti e da tutti i cittadini, nei confronti   dell’azienda Miteni e di altre aziende coinvolte nel fenomeno inquinante.

   

     Il comitato si riserva altresì di adire le vie legali anche nei confronti delle istituzioni  che hanno, direttamente o indirettamente attraverso atti omissivi o altro, favorito o non osteggiato gli autori dell’inquinamento.  


 Abbiamo investito tutte le autorità, locali e regionali, della complessità del problema, individuando precise responsabilità non solo di Miteni e dei settori produttivi che utilizzano PFAS, ma anche delle istituzioni, responsabili della erogazione dei permessi alle aziende, dei controlli, della tutela della salute di tutti i cittadini.

Dobbiamo comunque vigilare e continuare la nostra battaglia in difesa della salute dei cittadini e soprattutto dei bambini e delle donne in gravidanza

Abbiamo messo a disposizione dei cittadini attivi un LINK dove, insieme al modulo di adesione si possono scaricare lo statuto del comitato e il programma.



Ci ritroveremo a settembre , Comitato e  CiLLSA,  per valutare  l’evoluzione della situazione insieme a tutto il movimento e informare la cittadinanza sui risultati delle analisi PFAS effettuate all’interno della Ricerca nazionale HEV ad alcuni abitanti della nostra area

Buone vacanze

 Donata Albiero, Walter Rasia, Giovanni Fazio   

 Fino ad oggi  560  CITTADINI  hanno  SOTTOSCRITTO questo documento   
ISCRIVENDOSI  al COMITATO ZERO PFAS AGNO CHIAMPO 









Commenti

  1. Non posso che condividere e ringraziarvi per l'impegno profuso nel tutelare il territorio e con esso l'ambiente.

    Mi voglio unire a quanti hanno sottoscritto il vostro documento
    Silvano Lazzarin

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

GIS UNO STRUMENTO A DISPOSIZIONE DI TUTTI

ECOFESTA 2023 IN ARZIGNANO E PROGRAMMA COMPLETO

DEPURATORE DI ARZIGNANO: UNA RADICALE INVERSIONE DI ROTTA