PFAS. GIUNTA VENETA AMPLIA AREE D’IMPATTO E DI ATTENZIONE E ALLARGA LO SCREENING ALLA POPOLAZIONE PEDIATRICA.
Non
può che farci piacere quanto realizzato in brevissimo tempo da Acque Veronesi
nella centrale idrica di Lonigo.
È un segno che
la lotta dei cittadini paga e che quello che avrebbe dovuto fare spontaneamente
la Regione da molti anni è stato ottenuto soltanto oggi con la mobilitazione di
migliaia di cittadini.
Le
zone rosse vengono premiate anche con la progettazione di tre nuovi acquedotti.
La centrale di Madonna di Lonigo provvede all’approvvigionamento idrico di
comuni delle province: di Vicenza, Verona e Padova.
Si
tratta dei comuni delle cosiddette “zone rosse A e B”.
Questi
comuni ottengono anche l’allargamento dello screening gratuito a nuove fasce di
età della popolazione (bambini).
Ci
chiediamo cosa pensino gli abitanti di Arzignano leggendo questo comunicato.
Adesso
i cittadini delle aree suddette fruiranno, come asseriscono i tecnici, di acqua
ZERO PFAS attraverso un costosissimo sistema di filtraggio, in gran parte
finanziato dalla Regione (cioè anche da noi).
Gli
abitanti di Arzignano, Montecchio, Trissino e Montorso, dovranno accontentarsi invece
di acqua non filtrata, derivata dai pozzi di Canove, vicinissimi ai pozzi
incriminati per eccessivo inquinamento e vicinissimi a Miteni e alle
tracimazioni frequenti del depuratore di Trissino.
Per
Montorso Acque del Chiampo sta preparando un progetto che prevedrebbe una stazione
di pompaggio a Canove e una stazione di filtraggio nello stesso sito.
Si
tratta di futuri impianti strutturali che avrebbero bisogno di un costante
rinnovo di filtri ogni 45 giorni (cioè costosissimi e insopportabili, alla
lunga per il gestore Acque del Chiampo).
Ben
diverso sarebbe un impianto di filtraggio temporaneo per tutta la zona di
Arzignano, Montorso, Montecchio e Trissino in attesa di un nuovo acquedotto
derivato da fonti libere da PFAS, simile a quelli progettati per le Zone Rosse.
Ma per noi non è
previsto nulla del genere. Non ci danno né filtri né nuovi acquedotti.
I
nostri bambini sono esposti ai danni dei perfluorati, le gravide e i feti ancor
di più.
L’intera
popolazione continua a bere acqua che contiene alti livelli di PFOA che variano
a seconda delle stagioni.
Eppure,
vedendo i nostri concittadini passeggiare spensieratamente in piazza o nel
parco il sabato pomeriggio, non sembra che questa sia per loro una grande
preoccupazione.
C’è
perfino una fontanella nel parco giochi accanto a Dafne per dissetare i piccoli
(fabbricata proprio alla loro altezza).
A
questo clima di sereno disinteressamento per quanto avviene e per il rischio
cui è esposta l’intera popolazione non sono estranee le dichiarazioni
tranquillizzanti del sindaco Gentilin e i compiacenti articoli del Giornale di
Vicenza.
Il risultato è
che grazie al comportamento dei nostri amministratori comunali (sindaco giunta
e consiglieri) Arzignano e i suoi sfortunati comuni viciniori saranno gli unici
esclusi dal risanamento degli acquedotti.
Ciò
comporterà ovviamente per i nostri concittadini un aumento del rischio di ammalarsi e di morire prematuramente (ormai ampiamente documentato dagli studi epidemiologici).
Per i bambini, come ha
bene evidenziato al recente convegno di Montagnana il professor Foresta, rischi
anche maggiori.
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