ARZIGNANO, VOGLIAMO APPPLICATO IL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE


22 APRILE 2018 DIFENDIAMO MADRE TERRA

Intervento pubblico della nostra Associazione

Porto la voce di Cillsa (Cittadini per il Lavoro, la Legalità, la Salute e l’Ambiente), l’associazione ambientalista che ha sede ad Arzignano e opera nel territorio Agno Chiampo..
Tre sono i punti su cui CiLLSA fa riferimento per quanto riguarda il disastro ambientale perpetrato con l’avvelenamento delle acque da PFAS:
1) CHIUSURA DELLA FONTE INQUINANTE con l’adozione del principio CHI INQUINA PAGA
2) ACCERTAMENTO RESPONSABILITA’ politiche e amministrative di istituzioni enti che hanno coperto o non hanno controllato chi inquinava.
3) APPLICAZIONE DEL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE in tutta l’area contaminata, non inclusa nella zona rossa, tra cui Arzignano
Mi rifaccio alle parole del magistrato Felice Casson pronunciate il 10 aprile a Montecchio quando ha chiamato in causa la politica sulla questione PFAS che, a suo avviso, deve applicare il principio di precauzione «Dove ci sono situazioni di pericolo le istituzioni hanno l’obbligo di intervenire».

Testimonio qui ancora una volta la mia indignazione per l’esclusione del territorio di Arzignano dalle mappe dell’inquinamento PFAS
E non perché i pfas (ad Arzignano soprattutto PFOA) non ci siano nei rubinetti.
Lo testimoniano le analisi pubblicate nelle bollette dell’acqua, le analisi del sangue che privatamente alcuni cittadini hanno fatto, a proprie spese.
Distrazione o scelta politica ben precisa? Tale omissione di Arzignano è forse dettata dal fatto che la nostra città oltre ad essere oggetto dell’inquinamento altrui é anche soggetto inquinante? Che nel distretto conciario ci siano delle aziende che usano sostanze perfluorate per impermeabilizzare le pelli non è più un segreto per nessuno.
Il Sindaco si è rifiutato più volte di adottare il principio di precauzione almeno nelle scuole fornendo acqua minerale priva di pfas. Continua a trincerarsi dietro ‘i limiti ‘ previsti dalla normativa per i pfas che Arzignano rispetterebbe, dimenticando la questione della permanenza di siffatte sostanze chimiche nel nostro corpo per decenni e il processo del loro bioaccumulo, dimenticando gli studi scientifici che dimostrano la correlazione tra pfas e alterazioni del sistema endocrino umano provocate dalla assunzione continua per anni anche di dosi minime di pfas.
Perché non è stato fatto un monitoraggio a campione nei cittadini per verificare lo stato della contaminazione della popolazione arzignanese?


Perché almeno nelle scuole non si addotta il principio di precauzione distribuendo acqua priva di pfas ai bambini?


Perché non sono stati adottati i filtri a carbone attivo così come è stato fatto altrove?


Perché per Arzignano non si parla minimamente di approvvigionamento di acqua da fonti pulite come per i comuni viciniori?                            






   Per ovviare alla totale inerzia delle istituzioni abbiamo provveduto, come Cillsa, grazie alla opportunità offertaci da Diego Meggiolaro che con il suo gruppo di Montecchio si batte per avere le analisi PFAS gratuite dei cittadini estese a tutte le zone e non solo a quella rossa, nel fare effettuare un mini test sul sangue di 60 concittadini tra Arzignano e Trissino: siamo in attesa del responso per avere un quadro più preciso della contaminazione dei nostri concittadini.


Ora qui sono presenti, assieme a CiLLSA e al comitato zero pfas Agno Chiampo, il neo gruppo di mamme Zero pfas di Arzignano preoccupate dell’acqua che bevono i loro bambini.  

     
Insieme continueremo la lotta perché nelle scuole sia distribuita acqua a zero pfas, adottando il principio di precauzione.
I cittadini hanno il diritto di conoscere dalla viva voce del primo cittadino a quali rischi è esposta una popolazione che beve sistematicamente e per lunghi periodi, come avviene ad Arzignano, una acqua contaminata dai pfas.
Ricordiamo al Sindaco di Arzignano che "Adottare il principio di precauzione e di prevenzione significa anche accettare il dovere di INFORMARE E IMPEDIRE l’'OCCULTAMENTO DI INFORMAZIONI su possibili rischi per la salute"

Donata (portavoce di CiLLSA)

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