GLIFOSATO L'ITALIA VOTA A FAVORE DELLA PROROGA PER L'UTILIZZO DEL PESTICIDA
Riportiamo un articolo di Ludovica Jona Pubblicato dal Fatto Quotidiano
su Ambiente e veleni del 13 ottobre 2023
Il governo italiano ha votato sì alla proposta della Commissione Europea di continuare a utilizzare il glifosato, ma la posizione contraria di Austria, Croazia e Lussemburgo e l’astensione di Germania, Francia, Belgio, Bulgaria, Paesi Bassi e Malta hanno bloccato – per ora – la proroga dell’autorizzazione per altri 10 anni del pesticida definito “probabile cancerogeno” da Airc.
A mancare nella riunione di oggi dello SCoPAFF (Standing Committee on Plants, Animals, Food and Feed), è stata la maggioranza qualificata necessaria per approvare
il testo, con il sì di 15 paesi membri, rappresentanti almeno il 65% della
popolazione UE.
La richiesta di proroga
dell’autorizzazione – in scadenza il
15 dicembre 2023 – era stata presentata da un gruppo di aziende europee,
tra cui Bayer, Syngenta e Nufarm.
Dopo il voto di oggi, gli Stati dell’Ue saranno invitati a votare nuovamente sulla
proposta di riautorizzazione in una
commissione di appello nelle prossime settimane. Si prevede che la Commissione
modifichi la proposta. “Se anche in questo caso non si raggiungerà
la maggioranza
qualificata, spetterà alla Commissione decidere autonomamente”, spiegano da
Isde Italia.
– “Nel nostro Paese si protesta contro le importazioni di frumento dal Canada
perché contiene residui di glifosato, ma al tempo stesso il governo vota sì
al rinnovo per irrorare i nostri
campi con questo pericoloso pesticida”, dichiara Federica Ferrario, responsabile
campagna Agricoltura di Greenpeace Italia.
“Chiediamo al governo italiano di
ripensarci e di impedire un’ulteriore
autorizzazione del glifosato nell’Ue, come aveva già fatto in occasione del precedente rinnovo, nel 2017”.
Pan Europe e ISDE Italia esprimono soddisfazione per un voto “che rispetta la preoccupazione dei cittadini”.
Un recente sondaggio IPSOS condotto in sei paesi dell’Ue (Danimarca, Francia, Germania, Polonia, Romania
e Spagna) ha mostrato che solo il 14% dei cittadini è favorevole all’uso
prolungato del glifosato, mentre quasi due terzi (62%) degli intervistati sostengono
la messa al bando del pesticida.
In Italia Greenpeace ha raccolto 75mila firme di persone che hanno firmato una petizione per
chiedere al governo di votare no
al rinnovo e le ha consegnate nei giorni scorsi al ministero della Salute: l’appello
è stato però ignorato dai rappresentanti del Governo Meloni.
Le alternative all’uso del Glifosato – “Vietare l’impiego del glifosato agevolerebbe la transizione europea verso alternative
più sostenibili rispetto agli erbicidi di sintesi, ad esempio integrando le
pratiche agricole fisiche, meccaniche, biologiche ed ecologiche con la vasta
conoscenza ormai a disposizione sulle piante coltivate e sulle infestanti”,
afferma Ferrario, per Greenpeace. “Alternative
all’uso di questo erbicida sono già disponibili” dichiarano gli esperti di Pan Europe citando lo studio “Gestione
delle erbe infestanti: alternative all’uso del glifosato” pubblicato lo scorso
marzo, in cui si descrivono metodologie utilizzate
dagli agricoltori biologici: “Integrando le pratiche agricole fisiche, meccaniche, biologiche ed ecologiche con
le ampie conoscenze acquisite sulle caratteristiche biologiche ed ecologiche
delle piante coltivate e delle erbe infestanti – si legge- gli agricoltori
possono gestire con successo le erbe
infestanti senza erbicidi, mantenendo i raccolti, evitando di costruire
resistenza nelle specie infestanti, proteggendo
la salute del suolo e la biodiversità e riducendo al minimo l’erosione”.
I rischi per la salute –
“La proposta di rinnovo si basa su un processo di valutazione imperfetto e lacunoso – sottolinea Greenpeace in un comunicato – al punto che la stessa Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha riconosciuto l’esistenza di punti in sospeso e valutazioni parziali a causa della mancanza di dati sui co-formulanti (gli additivi aggiunti al glifosato nelle diverse formulazioni commerciali in vendita) e sull’impatto del glifosato sulla biodiversità, sulla neurotossicità e sulla salute del microbioma”. “Dalle api ai pesci, dagli anfibi agli uccelli, fino a piante e alghe – sottolinea l’organizzazione ambientalista – l’esposizione al glifosato e ai suoi formulati
commerciali è stata collegata a effetti negativi che possono
influire sulle popolazioni e sulla biodiversità”.
Intanto si attende la data del 25 ottobre quando a Bologna
saranno presentati i primi dati dello studio multi-istituzionale globale sulla
cancerogenicità del glifosato in occasione della conferenza scientifica
internazionale “Ambiente, lavoro e salute nel 21° secolo: strategie e soluzioni
per una crisi globale”, promossa dall’istituto Ramazzini.
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